putpurrì

MEDITAZIONI SULL'UNGHIA


Ci sono dei giorni più filosofici di altri. Cioè ci sono giorni in cui i miei interrogativi esistenziali spiccano il volo verso i grandi perchè dell'umano ed altri in cui volano rasoterra come tacchini preoccupati nel periodo prenatalizio.Bene, a questa seconda categoria appartienel'interrogativo che mi turba in questi giorni di timido affaccio primaverile.L'interrogativo è questo: quanti negozi di ricostruzione e affresco delle unghie può ancora reggere la fiorente economia italica e l'urbana locazione sabauda?Laddove c'era la " petinoira Giovanna", il frutta e verdura, il calzolaio ora introvabile come il Gronchi rosa, è tutto un fiorire di "Nail fantasy" "Non solo unghie", "Graffiami ma di baci saziami" etc. etc.Ora appurato che la specie umana femminile(ammesso che non ci siano anche unghifici da uomo, ma non ne ho ancora visti..) dispone di dieci unghie dieci in totale nelle mani e altre dieci nei piedi, quante volte si potrà cambiare il loro intonaco in una settimana?E i piatti chi li lava? E i maledetti carciofi chi li pulisce?E poi, sinceramente, non sono inquietanti quelle unghie tutte affrescate a teschietti e svarosky?