putpurrì

FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE


Narra la leggenda che dopo aver creato l’uomo e puranco la donna, il Big Bang  si trovò a rimirarli e a sentirsi un po’ in colpa.“ A sti poveracci mi sa che gli ho rifilato un po’ troppi guai: lavoro, malattie, guerre, scontri generazionali, Bruno Vespa.. devo fare qualcosa per fami perdonare!”Fu così che nacque il FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE.Un dono del cielo ai poveri mortali direttamente catapultato in una padella dal bordo alto.Esso racchiude in sé due caratteristiche che lo rendono sublime.La prima la dice la parola stessa, è fritto.La seconda è che mangiato a crepapanza fa malissimo. Come dire due piccioni con una fava.Fritta, come si sa dal Manzanarre al Reno, è buona pure una vecchia ciabatta DeFonseca ben stagionata.Malissimo fanno tutte le cose veramente goduriose della vita.E infatti come tutte le cose goduriose compresi certi uomini, esso deve essere croccante fuori e morbido dentro.Slurp!Più di un divorzio in terra sabauda (vedi dati Eurispes 2004 secondo semestre, scheda 6,  barra 21) è avvenuto per l’impossibilità di trovare un accordo sui suoi componenti.Coppie amiche in via di separazione, dopo aver trovato un faticoso modus vivendi  su a chi dovesse toccare il bassotto a pelo lungo o il servizio da 36  regalo di nozze di zia Orsola, hanno ripreso a dilaniarsi sulla presenza dello zabaione nel fritto misto.“Mi tradiva con la mia migliore amica, ma soprattutto mangiava tutte le rane del fritto misto”, “Non sapeva educare i bambini e in più metteva la banana nel fritto misto”, sono state più di una volta le incompatibilità matrimoniali dichiarate e impossibili da sanare.Perché il FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE, come molte fedi incrollabili, non ammette devianze.Purtroppo in questo momento di decadenza da basso impero, esso è vittima di ripetuti e violenti attacchi. Analogamente a tutti i valori sacri si sta cercando in ogni modo di minarlo dall’interno e dall’esterno. Come la famiglia, che ora si usa colpevolmente allargata, anche in esso sono avvenute delle contaminazioni inaccettabili.Ho saputo di torroncini, chicchi d’uva, pavesini imbibiti di Nutella.Ma che scherziamo?Ma dove andremo a finire? Non c’è più religione? Dove sono le  mezze stagioni? IL FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE non si cambia.Perché come dicevo, essendo esso più una filosofia che una cibaria, può dare a ognuno una spiegazione funzionale all’essere e al divenire.Per me personalmente, oltre alle suddette analogie sulle goduriosità della vita, rappresenta la definitiva riappacificazione con l’inverno che arriva. I viali rosseggiano, le giornate si accorciano e comincia a fare un freddo cane.Da tempo nascoste le dita pittate nel sobrio stivaletto, un solo pensiero orgiastico fa capolino nella tristezza autunnale metafora del tempo che se ne va. Il pensiero è: “ Quando e dove il fritto misto”?  P.S. Apposta per accogliere questo post ho inaugurato un nuovo Tag: Cose per le quali vale la pena vivere. Ovviamente ora voglio sapere le vostre, amici.