Nicolo' baseball

Attenti alle spese di Natale. Letteralmente!


Con la crisi del debito, si è verificato negli Usa un fenomeno molto strano: la lista dei regali, anzichè assottigliarsi, per molti si è allungata. Come mai? Purtroppo è una specie di contraccolpo psicologico: chi ha un lavoro tende ad usare il regalo come consolazione per amici e parenti che lo hanno perso. E il fatto che aumentino fa capire come le cose stiano peggiorando in ambito lavorativo. Eppure, il problema rimane, con il Vecchio Continente che sta entrando nel suo terzo anno di crisi e che costringe non solo i rivenditori a premere l’acceleratore sugli sconti, le offerte e i saldi (che iniziano sempre prima di anno in anno), ma addirittura anche le case produttrici sono arrivate al punto da creare prodotti ad hoc per la crisi, sia nel prezzo che nelle dimensioni. Una catena che continua e che si sente soprattutto nel blocco dei 17. Nel casi più gravi, come quelli di Portogallo, Spagna e Grecia, però, le liste dei regali sono stat cancellate per tutti (-16% i previsione nelle spese per i regali, giocattoli compresi), anche per quei pochissimi fortunati che ancora lavorano. Con stipendio “adeguatamente” rinegoziato. I problemi arrivano anche per i rivenditori che vedono i loro acquisti calare sia nella quantit che nella qualit e la deprimente realt di una popolazione che preferisce nutrirsi di surrogati e cibi scadenti, piuttosto che far valere i propri diritti, con un'inflazione che si fa sentire anche nella rivendicazione: si protesta sempre di più per ottenere sempre di meno. E mentre gli analisti avvertono che la stessa contrazione che ha portato al 25% di disoccupazione in Grecia e Spagna (con punte del 50% nella fascia sotto i 25 anni) porter problemi, seri, proprio nel periodo migliore per le vendite, quello, appunto, natalizio., "I nostri margini continuano ad essere erosi", ha dichiarato al WSJ Emmanuel Zeller, il responsabile di uno degli ipermercati Auchan Groupe a Parigi. E in Italia? Ci si “salva” con una previsione di -4% su acquisti che vedono in pole position i buoni regalo e i libri, anche se Confommercio e varie associazioni di consumatori ritengono che il calo sar anche del 20% in alcune zone della Penisola (anche se la media di chi rinuncer completamente agli acquisti sar del 13,5% soprattutto nelle zone del Sud e del Nord-Est). Mentre a Parigi festeggiano con un aumento dello 0,7%, sempre secondo proiezioni, ma che vede cambiati letteralmente i parametri di acquisto con una maggiore attenzione al rapporto qualit /prezzo e alle offerte. Ma allora chi festegger veramente il Natale? Indovinate? Esatto! Berlino, con un +1,5% rispetto al dato gi da record di 80 miliardi di euro del 2011 secondo i dati di Handelsverband un’associazione tedesca di rivenditori al dettaglio, anche se secondo altri report del Gesellschaft fuer Konsumforschung o Gkf (Istituto di ricerca sui comportamenti dei consumatori), i numeri potrebbero toccare anche punte del 9% . MA anche qui bisogna fare i primi distinguo: € 485 per Natale a Berlino, rispetto a € 639 per la famiglia media francese. Questo perchè le tradizioni teutoniche vedono un modo di festeggiare più parsimonioso e rivolto soltanto al nucleo familiare stretto, a differenza di Usa e Italia.Dato interessante per l’Irlanda. I livelli pre-crisi avevano portato le spese a 966€: dopo il terzo taglio consecutivo, (l’ultimo pari a -1,7%) si è arrivati a una media di € 527 per nucleo familiare., Ad Atene, invece, la situazione è tragica: chi non deve trovare cibo per la famiglia, preferisce abbandonare il Paese in cerca di lavoro presso amici e parenti all’estero. La vita, per loro, è una questione di altre priorit .