SOTTO ZERO

passato ( di verdure)


Un bisogno impellente. Come quello che ti spinge a sputare parolacce silenziose davanti alla porta di un bagno pubblico chiuso. Un bisogno impellente di buttare fuori, via, lontano il passato. Ora, che cavolo di bisogno e` questo, visto che il passato e` passato e non ritorna? Visto che dicono che il passato non ci sia piu` se non in qualche foto sbiadita, o alla peggio, registrato in qualche VHS? Eppure io questo passato ce l`ho appiccicato da qualche parte, ma non so dove. E` cosi stretto e cosi profondo da essere a malapena distinguibile dal presente. E` cosi forte, nella sua impertinenza, da sputare il suo veleno anche sul futuro che forse, se siamo fortunati, ci sara`. Almeno cosi dicono, che il futuro ci sia. Ora ho trovato il modo per staccarmi da questa gomma masticata e appiccicata all` anima. Mi serve uno scollante potente: un po` come un acido insomma. Solo che per poterlo usare adeguatamente, nel bugiardino c`e` scritto: attenzione l`effetto e` garantito solo con una sottoposizione capillare dell`oggetto (passato) ad una specifica e precisa rivisitazione. Rivisitazione??!!??? Fregata! e io che lo volevo dimenticare , il passato! E qui mi dicono che per farlo andare via lo devo ripassare alla lente di ingrandimento e riguardarlo in faccia, dritto dritto negli occhi! Ogesummaria! Ma questo e` un paradosso.Per farlo andare via lo devo affrontare. Lo devo stringere fra le mani e baciare di nuovo, il rospo. Mercanteggio e tentenno , prendo a scuse le feste zeppe di leccornie e lascio li, in un cantuccio, le istruzioni del caso. Invece che scrivere quel che ricordo scrivo una lettera a babbonatale: che cancelli il dolore senza doverci ripassare per forza.Che mi faccia sto piacere, di guardarlo lui il mio passato, di prenderselo sulle spalle e portarlo via, chiuso in un sacco rosso, decorato con un fiocchetto delle feste.