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appesi ad un chiodo

Post n°552 pubblicato il 10 Settembre 2012 da anna0772

  Facendosi trascinare dalla velocita`, anche i piccoli tratti di pensiero, che magari avrebbero la forza e la voglia di venire espressi, rimangono decisamente perennemente indietro.

 Magari sono bocci di pensieri che, se avessero il tempo di venire pensati, fiorirebbero in riflessioni interessanti. Ed invece no, rimangono sulla lavagna della mente un solo minuto e poi sono trascinati via dai mille altri che seguono.

 La svogliatezza  di prendere "la penna" in mano ha preso il sopravvento in quest` anno di fine millenio. O di fine del mondo, o di fine di chissa` che cosa.

Quest` idea di una fine imminente  (o forse piu` che altro immanente ) invece che rendere ogni minuto estremamente prezioso rende tutto estremamente assurdo. Nulla ha piu` molto senso. Nulla che non sia l`aggrapparsi ad ogni sospiro sperando e scongiurando che non sia l`ultimo.

 Se fosse l`ultimo, o il penultimo , non avrebbe alcun significato fare alcunche`. Che senso avrebbe scrivere? Che senso  avrebbe mangiare? che senso avrebbe dormire? che senso avrebbe andare?

 Non avrebbe senso andare  dal carrozziere  e portare l`auto, che a seguito di un infausto parcheggio di qualcun altro, ha la portiera piegata come una scatoletta di tonno. Non avrebbe senso lavorare, ne` guadagnare, ne` tantomeno spendere. La maggior parte delle cose che facciamo vivendo sono condizionate dall` idea del futuro che deve venire. Le facciamo "in prospettiva".  Perdendo la prospettiva perdo anche la voglia di fare.

 Del resto non sento  nemmeno di avere alcuna cosa non fatta, nel caso in cui gia` domani venisse la fine. Non ho mancato di dire "amo" a chi amavo,  ne` di urlare alle ingiustizie ( piccole) di questa mia piccola vita , ne` di piangere con chi ha pianto, ne` di carezzare le mani di chi mi ha tanto accarezzato quand`ero bambina.  Oddio, mancare ho mancato e tanto in tante altre cose . Chissa` se il dolore che poi ho provato, per queste mancanze, ne ha coperto i buchi . Dovrei sentirmi in pace ed invece un senso di inquietudine mi riempie. La mancanza di tempo mi inquieta.

 Lei che ha novantotto anni  e che alla fine si sente prossima da circa 18 anni, mi diceva  ultimamente "sai, mi sento come appesa ad un chiodo che so che deve cadere ma non so quando- e` stancante stare cosi ,  perennemente appesi ad un chiodo".

 Come le scarpe del famoso calciatore di De Gregori, pur avendo molti anni di meno di lei, anche io mi sento appesa a quello stesso chiodo.

 Appesa in attesa. Fine?

 
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