Angelo Quaranta

A Taranto non ci facciamo mancare nulla


Ho osservato la Mappa dei siti individuati per la realizzazione delle discariche, se osservi solo il grafico, noti le aree individuate, ed hai la sensazione,  che la distribuzione è equa, salvo poi ad approfondire che le aree macchiate hanno l'80 % dei siti " ideali "  al SUD.           
Si chiama Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ed è la mappa appena pubblicata delle zone italiane candidate al deposito dei rifiuti atomici. Dopo ben sei anni di attesa e il via libera dei giorni scorsi ricevuto dalla Sogin, la società di Stato incaricata del decommissioning nucleare, da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, l’attesa mappa ha evidenziato 67 aree candidate a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, una infrastruttura dove verranno posizionate le scorie radioattive, appunto, che attualmente sono distribuite in diversi depositi locali dal Nord al Sud dell’Italia. In particolare, la struttura accoglierà 75mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e sarà dotato di un centro di ricerca, il Parco tecnologico.Sebbene la mappa, elaborata con i criteri previsti dall’Ispra e i requisiti delle linee guida dell’International Atomic Energy Agency (Iaea), non indichi ancora il luogo preciso in cui andrà costruito il deposito, descrive le 67 aree italiane candidate, ossia che presentano le condizioni idonee per costruirlo, con una graduatoria basata su 25 criteri (tra cui, per esempio, quelli amministrativi e geologici). Le località considerate come più adatte, si possono suddividere in diverse macroaree che vanno dal Piemonte, con aree tra le province di Torino e Alessandria, alla Toscana e Lazio con Grosseto, Siena e Viterbo, alla Puglia e Basilicata, con Matera, Potenza, Bari e Taranto. E ancora, la Sardegna, con Oristano e il Sud dell’isola e, infine, la Sicilia con Trapani, Palermo e Caltanissetta. Dopo la pubblicazione della mappa, infatti, si aprirà adesso la fase di consultazione pubblica, che durerà circa due mesi, in cui le regioni, gli enti locali e tutti coloro che sono interessati e coinvolti potranno avanzare proposte e osservazioni di natura tecnica e a cui seguirà un seminario nazionale.