Angelo Quaranta

VINCENT VAN GOGH PARTE PRIMA


Vincent Van GoghEsercito un mestiere che è sporco e difficile: la pittura. Se non fossi quel che sono, non dipingerei; ma essendo quel che sono, lavoro spesso con gioia e intravvedo la possibilità di fare un giorno dei quadri dove ci sarà un po' di freschezza e di gioventù, essendo la gioventù una delle cose che ho perduto Per saperne di più     http://it.wikipedia.org/wiki/Vincent_van_Gogh  I suoi paesaggi Le Moulin de Blute-Fin
  Anno: 1886 Dimensione: 46.5 x 38.0 cm Luogo: Parigi Locazione: Tokyo: Bridgestone Museum of Art Le Moulin de la Galette
Anno: 1886;  61.0 x 50.0 cm Luogo: Parigi Locazione: Buenos Aires: Museo Nacional de Bellas Artes  Old Church Tower at Nuenen  
Anno: 1885; 65.0 x 88.0 cm Luogo: Nuenen Locazione: Amsterdam: Van Gogh Museum   Montmartre
 Anno: 1886: 43.6 x 33.0 cm Luogo: Parigi Locazione: Chicago: The Art Institute of Chicago Parsonage Garden at Nuenen in the Snow
Anno: 1885; 53.0 x 78.0 cm Luogo: Nuenen : Los Angeles: The Armand Hammer Museum of Art   Bridge at Trinquetaille 
Anno: 1888: 65x 81 cm Luogo: Arles   Israel: Collection Joseph Hackmey Cottage with Trees
Anno: 1885: 32x 46cm Luogo: Nuenen Locazione: Cologne: Wallraf-Richartz-MuesumView of Roofs and Backs of Houses
Anno: 1886; 30x 41 cm Luogo: Parigi   Locazione: Amsterdam: Van Gogh MuseumLa  Casa Gialla
Campo di papaveri
  Cipressi
Anno: 1889: 93x 74cm Luogo: Saint-Rèmy Locazione: New York: The Metropolitan Museum of ArtAvviso per il giovane viandante :I parallelismi, le differenze, un'attenta osservazione ti fa cogliere le sfumature, un privilegio riservato a pochi  ..... tu da che parte stai ? Fermati e leggi le recensioni per i due quadri sotto esposti ... poi chiudi gli occhi e rifletti ...   Vincent Van Gogh, Campo di grano con corvi, 1890. Amsterdam, Rijksmuseum
In questo Campo di grano con corvi (1890) di Vincent Van Gogh si riflette un dramma personale. Questo cielo che cala sul campo di grano. Il soggetto, di per sé, è simbolicamente inquietante, ma quello che conta in Van Gogh, in tutta l'opera di Van Gogh, e questo ne è un esempio, è fare una pittura che non abbia collegamento con la realtà. Quello che interessa a Van Gogh non è dipingere quello che vede, ma quello che sente; non come vede il paesaggio, ma come sente il paesaggio e, siccome ha una spinta interiore drammatica, deve accentuare i colori. Spingere il giallo, spingere il rosso, spingere il blu e quindi caricare tutto. La forza di questa pittura, come quella di Odilon Redon e di Caspar David Friedrich, è dipingere non quello che si vede ma quello che si sente. Lo fanno in modi diversi. Friedrich mostrando una natura in cui l'uomo si sente insignificante. Odilon Redon rappresentando con immagini un male della coscienza. Van Gogh rivelando una sua ossessione, sentire la realtà come qualche cosa che fa male, trasmettere il suo malessere attraverso i colori. Questa pittura calda, bruciante, appassionata corrisponde alla vita di un uomo che sta soffrendo, che ha la disperazione. È una pittura in cui c'è la densità delle emozioni e della sofferenza.Ora osserva l'opera di  Edvard Munch, L'urlo, 1893. Oslo, Nasjonalgalleriet
 Il parallelo esatto di Van Gogh, anche più drammatico, è Munch, L'urlo, del 1893. Questo è l'anti-impressionismo, è esattamente come Vang Gogh, colori reinventati. Però, quale è la differenza? Van Gogh è asciutto, quasi virile, in Munch c'è l'idea che quello che esce dal corpo, cioè l'urlo, è prova d'inadeguatezza, un'impossibilità di entrare, un'incomunicabilità che si riflettono nel cielo e nell'acqua. È come se ci fosse un continuum tra quello che l'artista sente e quello che noi vediamo. È come se le onde sonore del suo urlo si stampassero attraverso la pittura nel cielo. È un dipinto straordinario anche per questa linea, questo ponte, che non è un prospettiva ma è scosceso, è inclinato, quasi a dare la sensazione di qualcosa che scivola via e che scivola esattamente come esce l'urlo dalla bocca. Ecco, questo quadro è un'opera formidabile per il realismo dei colori. Il colore dentro la realtà, il cielo rosso, è esattamente l'alterazione cromatica di Van Gogh, e unisce il movimento della voce, dell'urlo, con la natura che gli sta intorno. Quindi ci comunica uno stato di angoscia, di sgradevolezza, di tormento che è quello che Munch voleva. La pittura non vuole piacerci, cerca di essere sgradevole, di rappresentare una condizione di disagio. Ed ecco allora che L'urlo è, con l'espressione di una condizione interiore alterata, uno dei primi dipinti dell'arte moderna.