... anziché litigare ed offrirci spettacoli come quello andato in onda recentemente .pubblicato il 20 dicembre Nel primo semestre del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane – cioè la somma di attività reali e finanziarie, al netto delle passività finanziarie come i mutui – è diminuita dello 0,3% in termini nominali. E’ quanto emerge dalle stime preliminari fornite dalla Banca d’Italia nel rapporto sulla ricchezza delle famiglie italiane nel 2009. Il risultato dal primo semestre 2010 è da attribuire a una diminuzione delle attività finanziarie e di un aumento delle passività, che hanno più che compensato la crescita delle attività reali.Guardando al 2009, la ricchezza netta complessiva, a prezzi correnti, è aumentata tra la fine del 2008 e la fine del 2009 di circa l’1,1% (93 miliardi di euro), per effetto di aumenti delle attività finanziarie (2,4%) superiori a quelli delle passività (1,6%), mentre le attività reali hanno registrato solo un lieve rialzo (0,4%). In termini reali, l’aumento della ricchezza complessiva rispetto alla fine del 2008 è stato dell’1,3% (più di 100 miliardi di euro del 2009). Alla fine del 2009 la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane poteva essere stimata in circa 4.800 miliardi. In termini reali ha registrato un incremento annuo dello 0,4%.A FINE 2008 45% RICCHEZZA IN MANO AL 10% DELLE FAMIGLIE“Alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva”, aggiunge Bankialia.“Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 pari al 3,2% risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Secondo le stime disponibili, nel confronto internazionale l’Italia registra un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati”.Tra la fine del 2008 e la fine del 2009 la ricchezza netta per famiglia è diminuita dello 0,3% a prezzi correnti e dello 0,2 a prezzi costanti, tornando su livelli di poco inferiori a quelli di fine 2005.Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano relativamente poco indebitate; l’ammontare dei debiti è pari al 78% del reddito disponibile lordo (in Germania e in Francia esso è circa del 100%, mentre negli Stati Uniti ein Giappone è del 130%).
La politica dovrebbe soffermarsi su questi dati, riflettere, e decidere al meglio per correggere queste tendenze...
... anziché litigare ed offrirci spettacoli come quello andato in onda recentemente .pubblicato il 20 dicembre Nel primo semestre del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane – cioè la somma di attività reali e finanziarie, al netto delle passività finanziarie come i mutui – è diminuita dello 0,3% in termini nominali. E’ quanto emerge dalle stime preliminari fornite dalla Banca d’Italia nel rapporto sulla ricchezza delle famiglie italiane nel 2009. Il risultato dal primo semestre 2010 è da attribuire a una diminuzione delle attività finanziarie e di un aumento delle passività, che hanno più che compensato la crescita delle attività reali.Guardando al 2009, la ricchezza netta complessiva, a prezzi correnti, è aumentata tra la fine del 2008 e la fine del 2009 di circa l’1,1% (93 miliardi di euro), per effetto di aumenti delle attività finanziarie (2,4%) superiori a quelli delle passività (1,6%), mentre le attività reali hanno registrato solo un lieve rialzo (0,4%). In termini reali, l’aumento della ricchezza complessiva rispetto alla fine del 2008 è stato dell’1,3% (più di 100 miliardi di euro del 2009). Alla fine del 2009 la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane poteva essere stimata in circa 4.800 miliardi. In termini reali ha registrato un incremento annuo dello 0,4%.A FINE 2008 45% RICCHEZZA IN MANO AL 10% DELLE FAMIGLIE“Alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva”, aggiunge Bankialia.“Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 pari al 3,2% risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Secondo le stime disponibili, nel confronto internazionale l’Italia registra un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati”.Tra la fine del 2008 e la fine del 2009 la ricchezza netta per famiglia è diminuita dello 0,3% a prezzi correnti e dello 0,2 a prezzi costanti, tornando su livelli di poco inferiori a quelli di fine 2005.Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano relativamente poco indebitate; l’ammontare dei debiti è pari al 78% del reddito disponibile lordo (in Germania e in Francia esso è circa del 100%, mentre negli Stati Uniti ein Giappone è del 130%).