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...E il ragazzo della mia amica si scopre omofobico... (Parte 2)


Era l'inizio di dicembre, quando Marina, dopo nemmeno 2 settimane di frequentazione sporadica con il nuovo ragazzo conosciuto, Paul, ha organizzato una cena per presentarcelo. Eravamo io e Tyler, altre 3 nostri amici e loro due. Insomma le solite persone con cui lei usciva da anni tutti i weekend. Lui è apparsa inizialmente abbastanza timido, silenzioso e sulle sue, nonostante vari tentativi di coinvolgerlo nelle discussioni. E non abbiamo mai parlato di sesso, di argomento per forza gay... Generici discorsi ma nei quali lui non cercava di inserirsi. Poco dopo aver finito di cenare, mentre parlavamo, Marina si è alzata in piedi: "Scusate, ma Paul si deve alzare presto domani, quindi noi andiamo...". Così. Senza nemmeno anticipare. Nulla. Al che, ci siamo praticamente 'lanciati' i regali di Natale che avevamo portato tutti dietro. Scambio frettoloso mentre lei già si infilava la giacca. Abbiamo pagato, siamo usciti, ci siamo salutati. Tyler aveva i guanti (era dicembre... ricordate? Quello gelido dello scorso anno, quando anche le renne uscivano con i paraorecchie). Con tre scatole in braccio ha allungato la mano (guantata) e gli fa "Scusami ma non riesci nemmeno a muovermi...". E lui, serio: "No, ti devi togliere il guanto. Io non ti saluto con il guanto". Risultato: ha passato a me i regali si è tolto il guanto, gli ha stretto la mano e gli ho ridato tutti i pacchi. Io ero già un lanciafiamme vivente nei confronti di questa persona. E se avesse detto a me (e non al mio ragazzo) di togliere il guanto, probabilmente gli avrei riso in faccia. Ma il bello è arrivato qualche giorno dopo, quando Marina, dopo quasi una settimana di silenzio mi ha chiamato per farmi gli auguri di buon Natale (alla Vigilia) e per discutere sui dettagli del Capodanno (in baita tutti insieme). E lì, la frase allucinante, mentre io le facevo presente un po' di imbarazzo durante la cena:"Beh lui mi ha confessato di essersi sentito a disagio. Sai, in mezzo a così tanti gay, lui che non ne ha mai frequentati. Ma poverino... Io lo capisco... Dovevo presentarvi piano piano, uno per volta... Sarebbe stato meno FORTE come impatto" E, mentre mi immaginavo se qualcuno di noi si fosse messo a ballare "Pedro" di Raffaella Carrà sul tavolo, sculettando e giocando con i tovaglioli come fossimo alla corrida, la sua frase mi ha gelato il sangue... (To be continued...)