VIVERE LE ETA'

Forse mi uccideranno domani


Forse mi uccideranno domaniIngrid Betancourt, Sonzogno editore, gennaio 2002 Basta il titolo 'Forse mi uccideranno domani' per comprendere che il libro di Ingrid Bétancourt racconta la storia di una donna che non ha paura di niente e di nessuno e che, sicura, va avanti, dritta per la sua strada, anche quando capisce che ad essere in gioco è la sua stessa vita. Non è un caso che il libro cominci proprio con la descrizione di una minaccia che Ingrid riceve mentre si trova nel suo ufficio in Parlamento: "Bisogna che lei sappia di essere in pericolo. Le parlo a nome di persone che hanno già messo un contratto su di lei. Le consigliamo di partire. Per essere preciso.. abbiamo già pagato i sicarios."Casa dolce casa. Un costante senso di incertezza accompagna tutte le pagine del libro, ed emerge chiara la passione che Ingrid nutre per la sua amata e sofferente Colombia. E' una sorta di libro-diario, che si legge tutto d' un fiato, dove l'autrice racconta giorno per giorno la sua battaglia e la sua insolita quotidianità. Più di tutto, nel libro traspare la speranza della Bétancourt e, con quella, la voglia di non arrendersi mai per il sogno di una Colombia migliore. L'autrice racconta brevemente anche le sue origini e l'adolescenza parigina. Non nasconde di essere una privilegiata. Figlia di un ambasciatore colombiano a Parigi e di una ex miss-Colombia poi divenuta senatrice, Ingrid cresce in una casa frequentata da importanti intellettuali sudamericani. Frequenta l'Institut de l'Assomtion, come tutti i piccoli francesi bene e qualche volta ad accompaganarla è un amico di mamma e papà che giuda una Roll Royce. Nei pomeriggi e nelle serate francesi, sono spesso ospiti a casa sua il pittore Fernando Botero e lo scrittore Garcia Marquèz. Ma, un legame particolare, Ingrid lo instaura con quello che lei era solita chiamare "zio Pablo" ovvero Pablo Neruda, con cui scambiava pensieri e piccole poesie. Presto però capisce che la sua vita non è tra i comodi salotti della "Francia bene".
La svolta.Nel 1994, Ingrid è in Colombia.Si candida al Parlamento con il partito liberale e si fa pubblicità vendendo preservativi ai semafori con lo slogan: "La corruzione è l'Aids della Colombia". Pochi giorni dopo, è invitata a partecipare al telegiornale della sera e lì, ben vista da tutti, sotto i riflettori e le luci delle telecamere, fa i nomi e i cognomi dei cinque politici più corrotti. Il suo nome comincia ad essere sulla bocca di tutti, la sua fama cresce, tanto che suo padre, conosciuto e stimato uomo di Stato, inizia a non venir più chiamato con il suo nome, bensì come "il padre di Ingrid".Diventa deputato e la sua vita è davvero in pericolo. La Bétancourt interroga se stessa, cerca di capire quali sono le ragioni profonde della sua scelta e della sua lotta e traspare tutta la nostalgia per i due figli, Mélanie e Lorenzo, che inevitabilmente sono rimasti coinvolti: "Gli uomini contro cui combatto, non valgono un sorriso di Mélanie, un capello di Lorenzo.. eppure non ho esitato, ho anteposto quegli uomini ai miei figli." Nel libro, si leggono le riflessioni dell'autrice, il suo dolore, le nostalgie, gli umani ripensamenti. Emerge tutta la consapevolezza del rischio della sua scelta, ma ancora una volta è la speranza ad essere più forte delle minacce e della paura.Il sequestro. Fino a quel maledetto giorno, quando uomini incappucciati la portarono via. “Ingrid Bétancurt è stata rapita dalle Farc il 23 febbraio 2002. Forse mi uccideranno domani è la coraggiosa autobiografia di una donna apparentemente fragile, ma con una volontà di ferro, che ha cercato, anche in catene (finora sono due i video girati dalle Farc, in cui la donna parla di Colombia e per la Colombia ndr.) di dare ai suoi compatrioti la speranza di un domani migliore, in un futuro di pace e giustizia, ritrovando la forza per distruggere dalle fondamenta un sistema che ha portato la Colombia ai limiti dell’inferno”.dal web