VIVERE LE ETA'

Funerale? a volte è una festa


Quando sono partito pioveva, era una giornata adatta ad un funerale, il cielo plumbeo, i tergicristalli  dell'auto, sull'autostrada, eseguivano il requiem di Mozart... stavo andando ad un funerale, ma, un funerale a Napoli non è come si immagina fintantoché non ci sei stato. La defunta, un'adorabile vecchina di 94 anni, che io avevo conosciuto anni fa per via di una parentela collaterale, arguta simpatica, impunita come a volte dico io, spiritosa, filosofa, un personaggio nel suo quartiere, aveva lasciato precise disposizioni per questo giorno. Innanzi tutto sarebbe dovuta essere una festa, si perchè voleva che fosse una festa e tale è stata.Arrivato a Napoli, erano circa le 09.30 ed il funerale si sarebbe tenuto alle 11, quartiere Vomero, un'edificio che riporta alla memoria certe abitazioni spagnole, un barocco napoletano, dall'esterno non si vede nulla, ma, una cancellata lascia intravedere al passante un cortile che non ti aspetti. Balconcini in ferro battuto, ceramiche istoriate sulle mura, un misto di spagnolo e ceramiche di vietri e fiori tanti fiori che non sono lì per l'occasione ma perchè ci sono sempre, gerani gerbere piante rampicanti.Al mio arrivo vengo accolto da un nipote della vecchina, hai presente quei napoletani di una volta, elegante nel suo vestito che pare uscito da una commedia di Scarpetta, un eloquio che lascia stupefatti per la facondia, un sorriso contagioso. Il feretro è sistemato al centro del cortile, i parenti che sono tantissimi, non sono in gramaglie non mostrano dolore ma simpatia con il loro dire colorito, con il loro parlare ad alta voce come a voler partecipare alla defunta la conversazione. Ci sono dolci, e come possono mai mancare, accompagnati da un ottimo porto (sono astemio e per questo mi sono astenuto). Le signore, molte prosperose, si avvicinano premurose di sapere della saluta di come è andato il viaggio. Non mi sembra un funerale ma una festa.Tra le disposizioni lasciate vi è quella che il feretro venga accompagnato al cimitero da tutti, si deve seguire una carrozza funebre trainata da cavalli con il pennacchio, il cocchiere in livrea. L'ora di andare si avvicina, bisogna andare in chiesa, la maggior parte dei parenti fa parte di una congregazione che si fa carico in queste occasioni di organizzare il tutto, accordi con la chiesa dove si svolge la funzione, percorso del corteo.Il cielo da tregua e non piove, lasciamo in corteo la casa e ci dirigiamo in corteo alla chiesa che non è distante, non vi è mestizia ma un allegro chiacchericcio. Il cocchiere considerato che siamo tanti non si affretta e nel percorso le persone che ci vedono dalle finestre e le persone che passano salutano si fermano a parlare. La chiesa è affollata fino all'inverosimile, in effetti non è molto grande. Sono curioso di assistere alla funzione, il celebrante chiede silenzio e la messa ha inizio, ad un certo punto entrano in chiesa dodici signore vestite di nero, sono le dame che reciteranno poi, ognuna di loro, le opere che in vita ha fatto la defunta, era una dama di altri tempi dedita alla carità ed al bene degli altri. Un'odore penetrante di incenso che era come una nebbia nella chiesa, ad un certo punto sono dovuto uscire e sono stato guardato male da una bisnipote, come a dire non puoi andare via.La liturgia è durata più di un'ora. In tutto questo ho riscontrato calore ho riscontrato vicinanza ed ho riscontrato gioia di vivere, nonostante tutto.Ho deciso di non andare fino al cimitero, forse ho sbagliato e per questo mi rimarrà sempre il dubbio.Alle 14 mi sono rimesso in macchina per tornare....Non è stato un funerale no, è stata una festa un inno alla vita che continua.