Quello che non c'è

sociologia del viaggiatore


I viaggi in pullman a lunga percorrenza sono fastidiosi, è risaputo. Otto ore rinchiusi in un minuscolo spazio vitale con solo tre soste concesse può portare all’alienazione, soprattutto se manca il poggia braccio centrale e passi tutto il viaggio con il gomito del tuo vicino di posto conficcato nel fianco sinistro. Ma per fortuna a riportati nel mondo reale ci sono le conversazioni degli altri viaggiatori: una bella sequela di luoghi comuni snocciolati come grandi verità. Su un pullman si possono ritrovare varie tipologie di esseri umani e stavolta ho trovato: la ragazza dell’entroterra in cerca di sistemazione la madre di famiglia ma anche donna di mondo il giovane rampante futuro selfmademan La ragazza-dell’antroterra-in-cerca-di-sistemazione La ragazza-dell’antroterra-in-cerca-di-sistemazione si riconosce dagli occhi rossi gonfi di lacrime per il distacco dal fidanzato-che-vive-lontano appena avvenuto. Il piagnisteo dura dalle 2 alle 4 ore, per tutto il viaggio, perché il soggetto in questione alterna fasi di pianto e veglia a fasi di sonno e quiete. Inoltre le fasi di pianto e veglia sono scandite da telefonate regolari in cui la ragazza dell’entroterra in cerca di sistemazione col fidanzato-che-vive-lontano si scambia parole di tenerezza e dolore, tipo: «Amò, mi manchi, sto malissimo…» e poi parte un’interminabile discorso che ha per tema centrale la casa da trovare per poter finalmente convolare a giuste nozze: meta che si sono prefissati da 6 anni a questa parte e forse realizzabile nel 2008 «…se tutto va bene…». Sfinita dai mille problemi che saltano fuori quando si cerca di trovare una casa, «piccina ma dignitosa», e dilaniata dal dilemma che le attanaglia la mente - “ma l’autri comu fanu?” - la poverina si rimette a dormire in attesa della prossima telefonata, ansiosa di sapere dove, come, perché, con chi, cosa fa il suo fidanzato-che-vive-lontano. La madre di famiglia ma anche donna di mondo e il giovane rampante futuro selfmademan La madre di famiglia e il giovane rampante si svelano a vicenda. La madre di famiglia comincia ad attaccare bottone col giovane rampante perché rivede in lui il figlio lasciato a casa e così comincia a fargli domande sulla sua vita, dov’è nato, dove vive ma soprattutto cosa fa e cosa studia. A tutte queste domande il giovane rampante comincia a raccontare la storia della sua vita e salta fuori che lui al momento studia, ma senza convinzione, cinema indirizzo regia, alla scuola di Mauriziocostanzosciò a cinecittà, al quale versa 500 € ogni tre mesi ma senza aver il privilegio di frequentare gli stage che hanno avuto la possbilità di frequentare i vecchi studenti: «…sfteig con gente importante come Dario Argento e quello che ha fatto la fiscion sful papa… il papà di Angiolina Jolie… come sfi chiama? Ah, sì! John Malcovick!», però tiene a precisare che lui studia e lavora. Ha lavorato come magazziniere, pizzaiolo, cameriere in ristoranti e pizzerie, ma nella vita ha fatto molto altro. Ha lavorato con la protezione civile e distribuiva bottigliette d’acqua ai funerali del papa, ha lavorato con la croce rossa come volontario di pronto soccorso, ha lavorato con i pompieri e ha spento piccoli incendi, sa dirigere il traffico, ha preso l’attestato di bagnino, è un ultrà del Lecce, ama viaggiare, soprattutto in Italia «…ma quesfto natale sfono sftato in Normandia… vicino la Lapponia», sarà istruttore di canoa o qualcosa del genere in un villaggio turistico, ma soprattutto è critico cinematografico. Ha confessato alla madre di famiglia che gli piacerebbe tanto andare in pellegrinaggio cinematografico a Corleone per poter vedere dal vivo l’ambientazione del Padrino perché il Padrino è uno dei suoi film preferiti e – incredibile, incredibile, oseri dire assurdo e allucinante – per una strana coincidenza della vita è film preferito di molti suoi nuovi amici (probabilmente conosciuti alla scuola di cinema): è il Padrino di Francis Ford Coppola, mica è Fucking Amal di Lukas Moodysson. Questo elogio del Padrino deve aver richiamato alla mente della madre di famiglia ma anche donna di mondo i Cento passi e chiede un parare al giovane ramapante selfmademan cinematografico cosa ne pensa: G.: bello sfi, molto bello… M.: secondo me è più bello del padrino perché più vero… G.: già, certo, in fondo il Padrino è più un’americanata… M: …si si, è un film da cassetta… Povero Francis…
Alla scuola di cinema di mauriziocostanzosciò come li reclutano i loro studenti? Da Blockbuster?