Creato da calceviva il 20/07/2005
News, informazioni e gossip sull'immobiliare
 

 

Meno 105 milioni di euro di fatturato dal 2009 nel mercato pubblico

Post n°234 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da calceviva
 
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Mentre il Bel Paese chiama le archistar internazionali per progettare grandi architetture (prima notizia del 2011… La società Stretto di Messina sceglie Libeskind per avere fama e soldi), i giovani architetti faticano a emergere. L’abbiamo già scritto… Nel mercato ingessato e protetto, le vecchie glorie si mettano da parte… … Facoltà d’architettura in rivolta, il sistema fa acqua da tutte le parti.
3.897 GARE BANDITE NEL 2010 E UNA PERDITA DI 105 MILIONI – La giovane architettura è in crisi, ad aggravare la situazione i dati dell’Osservatorio Oice-Informatel, aggiornati al 31 dicembre 2010, che riassumono l’andamento dell’anno precedente e confermano quanto già anticipato a novembre… Crisi nera nel mercato pubblico. Scontro tra atenei e professionisti. Nel 2010 sono state bandite complessivamente 3.897 gare, il numero più basso rilevato dal 2000, per 588,3 milioni di euro. Il confronto con il 2009 risulta fortemente negativo: il numero dei bandi è diminuito dello 0,9% e il loro valore è sceso del 15,1%, la perdita di domanda pubblica è pari a 105 milioni. Come dimostrano i dati, nel secondo semestre del 2010 la situazione è peggiorata, nessun segnale di ripresa e un forte calo rispetto al 2009: -19,4% il terzo trimestre e -45% nel quarto.

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Sostenismo, dagli Usa in arrivo il nuovo Manifesto del design

Post n°233 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da calceviva
 
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Con l’uscita del libro-manifesto di Michiel Schwarz e del designer Joost Elffers, Sustainism is the new modernism, in vendita da febbraio di quest’anno, si dovrebbe identificare un intero movimento culturale. Le basi sono, quelle già conosciute, della responsabilità ambientale, del glocalismo, del chilometro zero, della rete, del riuso. Il volume si auto-definisce un Manifesto e propone un nuovo vocabolario e un linguaggio simbolico per una nuova era. Ne ha scritto Alice Rawsthorn sull’International Herald Tribune nel suo articolo Sustainism: It’s Got a Name, Now Do It (Sostenismo: ha un nome, ora facciamolo), che in maniera critica pone delle perplessità, non in merito alla teoria svolta dai due autori ma sottolineando l’effettiva necessità dei progettisti di avere esempi concreti, più facili da comprendere, copiare, criticare, migliorare. Gli fa eco, dal The Huffington Post, Michael DeJong – ambientalista, artista e autore del libro Lo Zen e l’Arte delle Pulizie – che con maggior ferocia allerta i lettori sulle ombre di questa nuova teoria che, quasi come un dogma, dovrebbe regolare non solo il nostro modo di fare o comprare design ma il nostro stile di vita, DeJong si domanda quanto sia aderente alla realtà, quanto sia utopico su scala mondiale e se sia destinato a rimanere un bel saggio, graficamente ben confezionato, e nulla più.

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Weiwei, demolito l’atelier di Shanghai

Post n°232 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da calceviva
 
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Lo studio dell’artista attivista Ai Weiwei a Shanghai è stato demolito martedì 11 gennaio.
Lo scorso 3 gennaio vi avevamo promesso di seguire le vicende di 10 artisti per 10 buoni propositi, cosa ci riserva il 2011? e nella seconda puntata del 4 gennaio, al primo posto tra gli artisti da noi segnalati, c’era appunto Ai Weiwei, che avevamo lasciato in sospeso proprio sulla vicenda della demolizione dello studio di Shanghai. La notizia è arrivata allo stesso artista soltanto durante il corso della distruzione. Alcuni vicini di studio hanno visto i macchinari e decine di persone all’opera, quindi hanno immediatamente telefonato a Pechino, dove l’artista risiede, lanciando l’allarme. Il tempo di prendere il primo volo per Shanghai per poi guardare con i propri occhi le macerie e vivere l’esperienza attraverso il filtro della performance, in cui ha voluto trasformare l’accaduto.

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Le regole AgCom dal rame alla fibra ottica, la rivendita del pane Telecom

Post n°231 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da calceviva
 
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Le reti di prossima generazione (NGN Next Generation Network) che consentono il trasporto veloce dei servizi voce, dati e contenuti multimediali ormai sono necessarie come il pane, se vogliamo parlare di sviluppo economico e culturale di una paese. Non a caso gli ultimi fenomeni hi-tech sono la “nuvola”, la tv connessa, il boom del mobile, tutti servizi affamati di banda. Peccato che il forno (la rete in rame e le prime parti di quella in fibra ad eccezione di quelle di Fastweb) sia di fatto uno solo, quello di Telecom Italia, l’ex monopolista. Dopo la liberalizzazione delle telecomunicazioni tutti gli altri operatori, gli Olo (Other Licensed Operators), gli alternativi, possono accedere e quindi partecipare. Ma come? Condizioni e costi sono i punti fondamentali. Ora per quanto riguarda il passaggio dalla rete in rame a quella in fibra ottica le regole ci sono, infatti l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in linea con quanto stabilito dalla Comunità Europea, e per prima tra l’altro, ne ha posto le basi. Il documento è stato approvato dal consiglio AgCom e sarà sottoposto a consultazione pubblica e per gli operatori.

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L’albero degli aironi, un ecosistema autonomo e resistente alla siccità

Post n°230 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da calceviva
 
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Verde tecnologico, arte e architettura si danno appuntamento nel giardino botanico di Nantes in Francia per la gioia e l’interesse dei 260.000 visitatori del parco. Dove sorgevano gli ex cantieri navali le “Machines de l’lle”, monumentali strutture meccaniche e visionarie, nate dall’immaginazione di François Delarozière e Pierre Oréfice, si pongono tra i “mondi inventati” di Jules Verne, l’universo meccanico di Leonardo da Vinci e la storia industriale di Nantes. Tra queste si trova l’Albero degli aironi, un enorme albero d’acciaio, 28 metri d’altezza per 45 di diametro, non ancora completato. I visitatori possono passeggiare sul ramo prototipo circondati dal verde. Sì, perché la particolarità sta nella collocazione di giardini pensili lungo tutto il percorso, giardini che accolgono particolari specie, le più adatte e resistenti, appositamente coltivate in vere aiuole sospese. Ne è l’inventore Claude Figureau, entrato come apprendista giardiniere e dal 1983 direttore del Jardin des Plantes di Nantes, che in un’intervista spiega la filosofia del suo insolito progetto.

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Arte come eccesso... Benvenuti sul pianeta Ecohousing Art...

Post n°229 pubblicato il 12 Gennaio 2011 da calceviva
 
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Partecipanti: Istruzioni per lo sbarco....

RISERVATO A JUNIOR E SENIOR
ARTISTI - DESIGNER - ARCHITETTI - INGEGNERI
Opere e progetti per nuove forme di abitare
gli spazi in ecologica integrazione abitativa.
IL CONCORSO DI IDEECOSTRUTTIVE
PER L'EQUILIBRIO UOMO - CASA - AMBIENTE

AI PARTECIPANTI

Progetta le nuove forme di abitare.
Entra nel sistema economico-culturale.
Fatti catturare nella rete di relazioni
dove artisti, designer, architetti, ingegneri
incontrano galleristi, curatori, aziende,
costruttori, enti e ...tutta la community.
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immagini, testi e video di opera o progetto.

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1a Fase "Ideecostruttive work in progress" i partecipanti sono online con profili, scritti, immagini, video.

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Con il Mondo “della leva finanziaria” che si sgonfia, tutti a pompare di tutto!

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L’euro continuerà a essere debole ma non per i default dei PIIGS, bensì perchè la Germania e la Francia si stanno rendendo conto che il fondo permanente di salvataggio europeo…. prima o dopo rischiano di essere i soli a finanziarlo. Quindi o l’euro si spezza, anche in due eurozone, e il sistema finanziario europeo salta oppure annunceranno un quantitative easing europeo o un’emissione di eurobond in dosi massicce o altre manovre di salvataggio. Visto che il mercato globale è ricco di titoli industriali e corto di finanziari-bancari, è molto probabile che assisteremo a una discesa degli industriali che finora hanno veleggiato, e un forte recupero dei finanziari.

Di fatto oggi le borse godono nel giorno dell’asta dei titoli sul debito pubblico portoghese, la produzione industriale cresce (+4,1 su base annua) e la Super Germania, con il pil tedesco al 3,6%, dichiara la piena occupazione da i tempi della riunificazione. Infatti oggi il destino dell’euro è nelle mani delle aste come quella del Portogallo, con i rendimenti dei bond decennali che rischiano di superare il 7%, la stessa soglia che ha messo in ginocchio Grecia e Irlanda.

Attenzione: l’Italia è a rischio. Che ieri in Italia si siano dovuti attendere con ansia i risultati di un’asta di Bot è un segno chiaro dello spaventoso potere dei mercati. A differenza degli altri Paesi dell’area euro finora sotto attacco, nel breve termine l’Italia non ha problemi né di bilancio pubblico, né di conti con l’estero, né di ricapitalizzazione delle banche. Eppure potremmo avere problemi di bilancio più in là se i mercati per qualche motivo si metteranno in testa che potremmo averli.

Nella finanza mondiale di oggi regna la self-fulfilling prophecy, ovvero la profezia capace di avverarsi da sola, qualora riesca a essere creduta da un numero sufficiente di persone. Saranno i risultati delle emissioni di titoli pubblici delle prossime ore a dirci se la crisi dell’euro davvero torna ad aggravarsi o se, come comincia a ipotizzare qualche analista, nei giorni scorsi i mercati abbiano ecceduto nel pessimismo.

 

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L’Iran invita a casa Cina e Russia e dimentica gli avversari americani

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Le notizie riguardanti l’Iran forniscono sempre nuovi spunti alle testate internazionali per sviscerare i programmi energetici e rivangare gli episodi del passato. I fatti di cronaca estera interessano sempre più le pagine d’informazione iraniana, che stringe e allenta i rapporti con il resto del mondo basandosi sulla propria politica energetica e sulla corsa al nucleare.
Un inizio scoppiettante per questo 2011, in solo quattro giorni l’Iran ha annunciato di essere in grado di produrre nucleare da solo, senza interventi esterni, e ha mandato inviti a Russia e Cina per mostrare i propri impianti. Non a caso la scelta è caduta proprio su questi due paesi considerati i punti di riferimento per l’energia atomica. Dal sito di Reuters si apprende che le due super potenze ancora non hanno deciso se andare a visitare le novelle centrali oppure rimanere a casa a riflettere sul da farsi, temendo forse che l’Iran, nella sua sfrenata corsa all’uranio, possa “fare le scarpe” a chi di atomico si è sempre occupato.
Anche gli Stati Uniti d’America da qualche mese si mostrano preoccupati, temendo che il paese islamico posso realizzare in concreto la minaccia che da anni oramai porta avanti: gli armamenti segreti alimentati ad uranio arricchito. Erano ipotesi con cui già il presidente George W. Bush dovette fare i conti nel lontano 2002, quando convinse l’America che Saddam Hussein nascondesse armi nucleari di distruzione di massa. Non fu mai trovato nulla, ma bastarono dei rumors per far scatenare una ricerca assidua e intanto anche una guerra. Oggi Ahmadinejad va per il mondo alimentando ancora i suddetti rumors, gettando ancora dubbi, paure e sentimenti di rivalsa negli stati avversari.
Hillary Clinton, segretario di stato americano, in visita i giorni scorsi negli Emirati Arabi Uniti, dichiara alla stampa di aver notato un ritardo nella produzione di armi nucleari in Iran, a seguito delle sanzioni internazionali imposte dall’amministrazione Obama lo scorso giugno. È la prima dichiarazione ufficiale da parte degli USA dopo le misure restrittive prese, e non si esclude che le parole della Clinton andranno ad alimentare un fuoco già ben avviato, un dibattito caldo che non ha nessuna intenzione di raffreddarsi. Obama sei mesi fa si era mostrato ben soddisfatto del risultato internazionale raggiunto: «Noi faremo in modo che siano vigorosamente applicate» aveva assicurato, aggiungendo che «L’Iran dovrà ora affrontare le conseguenze delle sue azioni». Il capo della Casa Bianca aveva però anche precisato che queste sanzioni «Non chiudono le porte alla diplomazia. L’Iran ha l’opportunità di intraprendere un strada diversa e migliore. Teheran non ha rispettato i propri obblighi per troppi anni e queste sanzioni sono un messaggio inequivocabile». Franco Frattini, ministro deglie steri e titolare della Farnesina, aveva espresso parere favorevole al pensiero americano, comunicando alla stampa che «È un segnale politico molto forte: la comunità internazionale non può accettare che l’Iran si doti dell’arma nucleare innescando una corsa alla proliferazione che avrebbe effetti gravissimi sulla stabilità regionale e mondiale». Ma quali sono queste sanzioni in concreto?

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L’architettura del 2011 sarà “Bling”, sfavillante come un vero diamante

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L’architettura del futuro è verticale. L’abbiamo scritto più e più volte, parlando di archistar e grattacieli… Imitiamo la Torre di Babele e giochiamo a chi ce l’ha più alto … perché l’architettura verticale piace, prima di tutto ai politici perché fa parlare di sé. Ben vengano i progetti delle archistar, le idee innovative e moderne che rompano con la tradizione. Legittime, però, le paure… la paura che prevalga la smania di potere e di successo… l’abbiamo scritto… I grattacieli una moda redditizia gli affari il solo criterio per decidere i profili delle nostre metropoli… Abbiamo inaugurato il nuovo anno presentando Sphereplex, il grattacielo formato da grappoli di sfere di diversa misura e materiali progettato dal giovane architetto armeno Karen Berberyan… progettato non in vista di una prossima costruzione in una capitale europea o in un’altra qualsiasi città perché può essere realizzato ovunque… Nessun luogo specifico per la costruzione è indicato nel progetto in quanto ha il potenziale per essere costruito in qualsiasi city center del mondo… e abbiamo elencato i grattacieli presentati a fine 2010, a novembre e dicembre, e abbiamo spiegato che Nel XXI secolo i grattacieli diventano icone simbolo delle grandi metropoli.
SKYLINE SUPERSKY – Jay Merrick, critico d’architettura (scrive d’arte e di architettura per Blueprint, Architects Journal, London Magazine, New Statesman, Art + Auction, Monument; autore di monografie sui principali studi di architettura tra cui Grimshaw&Partners, John McAsian+Partners, Arup Associates e la danese Schmidit Hammer Lassen) sul quotidiano inglese The Indipendent firma The supersize skyline: Why 2011 will be the year architecture takes a giant leap upwards, un’analisi critica che vi invitiamo a leggere sui buildings dazzling in size and ambition… (la traduzione dall’inglese, edifici abbaglianti per dimensioni e ambizione) le architetture d’impatto, le brute bigness, che vedremo nel nuovo anno… la Spaceport America la stazione spaziale del New Mexico progettata per l’imprenditore britannico Richard Branson dall’architetto Norman Foster, la Princess Tower di Dubai, che con i 101 piani e i 414 metri d’altezza sarà la più alta torre residenziale al mondo e il secondo edificio più alto di Dubai dietro il Burj Dubai (828 metri), il Guangzhou International Finance Centre, un grattacielo di 103 metri progettato dal britannico Wilkinson Eyre, il progetto per la stazione londinese di King’s Cross dell’architetto John McAslan&Partners (che rientra nel progetto di Crossrail, la costruzione di una connessione ferroviaria rapida che passerà sotto la città, svelato a novembre dal sindaco britannico Boris Johnson… Alla New London Architecture Johnson presenta 8 nuove stazioni), il grattacielo progettato da Robin Partington, una torre alta 140 metri per il quartiere Paddington Basin di Londra è chiamata Cucumber (…cetriolo…), le One Hyde Park residenze progettate da Rogers Stirk Harbour; entro quest’anno riceverà il permesso di pianificazione anche l’area di 340 metri a Broadgate, Londra, dove Ken Shuttleworth vorrebbe progettare il più grande edificio della City…

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On line la prima Wall Street dell’arte

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Le opere d’arte stanno per essere scambiate in borsa, una borsa telematica che si chiama Art Exchange, il luogo virtuale che scomporrà opere d’arte in azioni che si potranno comprare e vendere secondo le regole del mercato borsistico. La società proprietaria del sito si chiama A&F market, l’anchor man è il 26enne Pierre Naquin, fondatore con Stefania e Francesco Angelini (dell’omonimo gruppo farmaceutico).

Il funzionamento della piattaforma di scambio è molto semplice. Art Exchange riceve l’opera d’arte dal venditore, non ne acquisisce la proprietà ma la gestione finalizzata alla vendita, che comprende l’assicurazione, lo stoccaggio, la conservazione, la promozione, il prestito per mostre ed eventi. Art Exchange effettua la valutazione dell’opera d’arte e chiede subito al venditore il 5% del valore stimato a titolo di commissione d’ingresso. Questo importo sarà corrisposto al momento della vendita delle azioni. Altra commissione a favore della società francese sarà lo 0.5 dal venditore + un altro 0.5 dai compratori delle azioni.

Le opere d’arte che potranno essere scambiate devono rientrare all’interno di alcuni prerequisiti. Deve trattarsi anzitutto di opere, preferibilmente pitture e sculture piuttosto che fotografie o installazioni, circoscritte nel periodo storico che va dal 1870 ad oggi – dunque arte moderna, avanguardie, arte contemporanea. La nazionalità degli artisti è ininfluente, ma deve trattarsi di opere già quotate e battute all’asta con un valore minimo di 100mila euro. Il valore iniziale della azioni derivanti dalla frammentazione del valore di mercato delle opere d’arte sarà certamente inferiore ai 100 euro.

Al momento le opere d’arte di partenza sono “Irregular form” di Sol LeWitt valutata 110mila euro e suddivisa in 11mila azioni da 10 euro e The Premiere of a Play That Will Never Run di Francesco Vezzoli, valutata 135mila euro e proposta in azioni sempre di 10euro l’una. Per comprare occorre registrarsi al sito e fornire, oltre ai propri dati, anche un documento d’identità ed un conto corrente bancario per le transazioni.

Francesco Vezzoli ha da poco messo a segno il record personale con “Colette embroidered Gigi” del 2000, aggiudicata per 248mila euro alla Sotheby’s di Londra il 15 ottobre 2010.

 

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