fragorosi silenzi

pensavo...


Ma perché, per tutta la giornata di ieri, e come prassi dialettica in genere, si deve procedere per retorica del dovere? Perché parlare solo di ebrei? Perché tutti mi sono apparsi falsamente buoni solo avendolo decretato un "giorno"? Oppure ostentatamente polemici sbandierando un non voler ricordare, finché non si farà giustizia anche agli "altri"? Tutti sono gli "altri"... Io quando ricordo, ricordo quando qualcosa mi sollecita a farlo. Ricordo attraverso la Storia e schivando l'ignoranza (nel senso letterale del termine). Ricordo episodi e genti e destini di tutti. Ci provo... Soprattutto, non ricordo forzatamente quando viene stabilito che si debba pensare e ricordare... Cerco di indagare, comprendere, conoscere; mi riservo la libertà di indignarmi per ogni forma di orrore e prevaricazione contro un popolo o un individuo; e molto mi fa paura la violenza del soffocare le idee altrui. Certo... il 27, proprio il 27, mi è capitato di pensare al mio viaggio ad Auschwitz... Ma il mio flusso di pensiero è stato onnivoro e colmo di contrasti, emozioni: ogni mio pensiero peraltro lo è. È la mia "ricca" condanna!
(Quando mi apparve un surreale, incredibile, dissonante arcobaleno su Auschwitz...)