La nostra voce

Sul Cairo lo sguardo di Dio


Il titolo del post è preso dall'articolo che ho letto ,e che mi ha colpito, sul Mattino del 5 agosto 2009. La vacanza per me ha un grande pregio: darmi la possibilità di leggere, leggere, leggere, l'attività che amo di più. L'articolo parlava del Cairo e concludeva così:"In  questa città Dio ha ancora un posto e un ruolo...nell'arcaicità del credo c he trova ancora menti e cuori c'è poesia e speranza, cose che non troviamo nelle nostre città, noi ci siamo liberati di Dio- anche chi dice di crederci ancora-e ora svincolati dai suoi occhi, dalla sua voce, che qui invece chiama ancora forte,vaghiamo insoddisfatti e smarriti, trovando ruggine ovunque,persino nel benessere;non siamo chiamati a conquistare le giornate e a ringraziare per avercela fatta, ma solo a maledirle, non dobbiamo raccogliere le forze e il rigore  in diverse ore del giorno per concentrarci e provare a parlare con Dio, noi siamo il nostro unico dio e ora marciamo in questa solitudine, con il rimpianto di esserci affrancati, di essere andati oltre.......non apparteniamo a niente, consumiamo i sentimenti e mentre lo facciamo stiamo già pensando ad una nuova occasione per riconsumarli. Qui Dio ha una una voce, seppure distorta e lontana da quella immaginata da noi, e ha anche orecchi disposti ad ascoltare"Non voglio commentarlo, proviamo solo a riflettere sul rapporto personale che ognuno di noi ha o non ha con Dio.