RACCONTI DI ROMA

La piena del Tevere e la Barcaccia in agonia


È notizia di ieri che quattro imbecilli (passatemi il termine, sò de Roma e quanno ce vò ce vò) hanno danneggiato la fontana della Barcaccia sfregiandola con un cacciavite. Purtroppo queste persone prima di agire in modo così scriteriato dovrebbero studiare la storia e rispettare monumenti tanto prestigiosi. La leggenda narra che una notte una barca si arenò al centro di piazza di Spagna a causa della piena del Tevere. Papa Urbano VIII rimase talmente impressionato dallo spettacolo che decise di consegnarlo per sempre alla storia. Il giorno dopo convocò Pietro Bernini (padre del celebre Gian Lorenzo) e gli commissionò la costruzione di una fontana che ricordasse l’evento. Bernini optò per una geniale soluzione architettonica che rese perfettamente l’idea di una galera che stava affondando. Essendo una barca agonizzante, quasi risucchiata dai flussi, il popolino scelse un appellativo dispregiativo e prese a chiamarla “Barcaccia”. Episodio curioso accadde nei primi anni del 1900. In comune si discuteva della possibilità di far passare i binari del tram accanto alla fontana per raggiungere via Condotti. La notte del 30 marzo la fontana fu recintata. La mattina dopo (il 1° aprile) lungo la recinzione fu trovato il cartello che avvertiva i romani che la Barcaccia stava per essere trasferita a Milano per lasciar spazio al passaggio del tram. Ci mancò poco che scoppiasse una sommossa popolare e che il Campidoglio venisse preso d’assedio. Solo in tarda serata si diffuse la voce che si era trattato semplicemente di un pesce d’aprile. Gli autori del riuscitissimo scherzo non furono mai trovati e sono ancora impuniti da qualche parte a ridere sotto i baffi.