RACCONTI DI ROMA

La Bocca della Verità e le storie di corna


Nell’area del Foro Boario e della “Statio Annonae” sorge la caratteristica Bocca della Verità, una pietra circolare che rappresenta la bocca di un fauno urlante. In realtà sembra fosse nient’altro che il chiusino (il termine “chiusone” sarebbe più azzeccato) di una cloaca. Però, visto il fascino che ha, si preferisce credere che fosse la copertura del puteale del tempio di Mercurio in cui i commercianti andavano a giurare in sede di compravendita.Nel medioevo si diffuse una leggenda legata alle bugie. Il sospetto bugiardo veniva condotto nella piazza e costretto ad infilare la mano nella bocca del fauno. Se innocente poteva ritirare la mano indenne, se colpevole il fauno chiudeva le fauci troncando di netto la mano. Le malelingue insinuavano che quando i giudici erano certi della colpevolezza di qualcuno ordinavano al boia di nascondersi dietro e di mozzare con la spada l’arto al bugiardo, aumentando il folclore legato al monumento. Ovviamente il mascherone ebbe una grossa attività in fatto di corna, in fondo gossip e tradimenti non sono solo una questione dei giorni nostri. La tradizione vuole che per un certo periodo la bocca venisse usata solo per smascherare le adultere, finché qualcuno riuscì ad aggirare il meccanismo. Una giovane e bella donna aveva sposato un ricco vecchio, ma preferiva sollazzarsi tra le braccia di un coetaneo. Il marito sospettoso la condusse alla Bocca della Verità. Lei però ideò un piano geniale e, con la complicità dell’amante, lo mise in pratica. Poco prima di infilare la mano nelle fauci, l’amante, fingendosi pazzo si staccò dalla folla, prese la ragazza di forza e la baciò con passione. Lei poté così giurare, senza alcun rischio per la sua mano, che oltre al marito e a quel pazzo nessun altro l’aveva mai toccata. L’episodio fece il giro della città e il mascherone perse gran parte della sua suggestione. Nel 1632 fu collocato nel portico di Santa Maria in Cosmedin su un antico capitello. Dopo pochi anni fu trasferita in un museo, lasciando nel luogo originario una semplice copia.