RACCONTI DI ROMA

L'oro di Marco Aurelio


In piazza del Campidoglio sorge maestoso il monumento equestre di Marco Aurelio. Originariamente la statua si trovava davanti al Palazzo dei Laterani, nei pressi della casa dove probabilmente era echeggiato il primo vagito del futuro imperatore. Non fu mai rimossa da quel luogo per tutto il medio evo grazie all’ignoranza del volgo, convinto di riconoscervi Costantino, il primo imperatore Cristiano. Da sempre legato alle vicende del popolino, il monumento di Marco Aurelio, fu utilizzato anche a scopi ludici. Nel 1347, infatti, durante una festa in onore di Cola di Rienzo il cavallo fu trasformato in una fontana per gettare acqua e, soprattutto, vino dalle narici.Il trasferimento da San Giovanni in Laterano in piazza del Campidoglio avvenne nel 1538 per volere di Papa Paolo III. Le suggestioni legate alla statua però non terminarono e fantasiose leggende si susseguirono negli anni successivi. Per esempio, si diffuse la credenza che il ciuffo di peli tra le orecchie del cavallo rappresentasse una civetta, apportatrice del buono e del cattivo tempo.La statua bronzea di autore ignoto risale all’epoca classica e presenta ancora alcune tracce dell’antica doratura. L’imperatore é rappresentato con la mano destra tesa in segno di pace. Il cavallo é di razza nordica e, secondo la cultura medievale, teneva sotto lo zoccolo anteriore un piccolo barbaro piegato in atto di omaggio alla grandezza di Roma. La statua di Marco Aurelio é da sempre legata al destino dell’Urbe. Una superstizione popolare prevede la fine della città quando Marco Aurelio “scoprirà in oro”, ovvero tornerà completamente dorato.