RACCONTI DI ROMA

Un prezioso biglietto da visita


Nel corso dei secoli Roma ha ospitato moltissimi grandi artisti. Non sempre però i rapporti tra loro sono stati idilliaci. Al tempo in cui Raffaello affrescava la Farnesina era talmente geloso della propria opera che non consentiva a nessuno di entrare nella sala. In quel periodo nella capitale viveva un altro “discreto” pittore, un tal di nome Michelangelo. Questo Michelangelo era talmente incuriosito dall’opera del rivale che elaborò un piccolo stratagemma per osservare l’affresco. Si travestì da venditore ambulante e si piazzò davanti alla Farnesina esponendo mercanzia di poco valore. Dopo l’interesse iniziale la gente prese ad ignorare quel povero straccione, tanto che, vedendo Raffaello uscire dal palazzo, Michelangelo riuscì ad intrufolarsi dentro eludendo la sorveglianza dei custodi. All’interno, però, non si limitò solo ad ammirare l’affresco. Prese un pezzo di carbone e disegnò sulla parete una bellissima testa. Subito dopo uscì soddisfatto di se stesso. Quando Raffaello tornò per riprendere il lavoro rimase sbigottito nel vedere quella testa così viva e perfetta. Superata la sorpresa non ebbe dubbi e riconobbe la mano di Michelangelo. Invece di rimproverare il custode per la sua distrazione decise che un tale capolavoro andava preservato ed ordinò che non venisse toccato per nulla al mondo. Ancora oggi la testa è visibile alla Farnesina. Si tratta di un disegno a carbone custodito nella sala della Galatea. I lineamenti del viso non lasciano dubbi circa la paternità, anzi rappresentano un preziosissimo biglietto da visita.