Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE E POETA MODERNO


"LA CLESSIDRA DI RODI"Nell'Adeda iericon trasportoa RodiSogno di Nembo Kid mangiato dai ladronicarezze e suoni uniti in un tuo schiaffoSoloe non soltanto uomo d'oggiSaffo dai piedi piccolidi geishaLe luci le nascondo agli occhile lune me le mangio a morsiprincipe del cosmo su poltronasenza più vellutoin punta al mondoBaciami senza boccati udirò senza orecchiesenza corpo ferireGuardami dagli occhicon un sorriso azzurroSono del sogno il sognola tua clessidra anemicasabbiandoDa: Il bosco di Velate, Edizioni del Leone, Spinea-Venezia, 1991, pp.15-20, 31-37, 72-73:"LA PALUDE"Un bien-être si actif qu'il était presque une joie emplissait lemarcheur...... Une totale liberté naissait du départMarguerite Yourcenar, L'Oeuvre au Noir.ISi andava in quattroo cinquein fila indianal'estatecoi ginocchi già sbucciàtiLa strada a un certo puntoacbiforvanon mi ricordoda che parte andammoIIDavanti i temeraridietro gli altrile scarpe da ginnasticale biglieQualcuno ritornava indietro primae sui ginocchi già le cicatriciIIID'un tratto quel sentiero restringevafino ad un ponticello malridotto;oltre, frasche più fitteun'ombraun fossoil piede cigolava al primo passola paurain quel batticuoreda non direda dimenticaresotto la magliettaIVUna palude biancain una c a l m asenza ventoo forse gialla, grigiamutevole a guardarlacome il tempoNessun marziano vi erao mostroo tigre del Bengalané l'uomo nero(viveva in fondo al sottoscala)VEppure si muovevacome polentachimica laguna«Non ci andare,che se ci cadi dentro...»pareva di sentirsi richiamaredag i ùnel fondoda una testa brunaVII giochi più incoscientia pelo d'acquaqualcuno già ostentava sigarettetra tremolanti dentie latta e muschioe dio e demonioin biliconel limbo dei litigiVIIHai piantonon so quantoche le lentigginisembravano più scuredella palude stessadella nubeSul capo minacciava un temporaleAngera era alle spalleun minaretola valle cieca del segretoprincipe delle genzianeVIIINe ritornammoforseche il naso s'era fatto freddoalle sei le prime gocce addossoche le sberle comunquele avremmo prese lo stessoTanto valeva bagnarsifino al midollodel segretonelle tasche figurinee una lumaca scuragrossa cosìper far pauraalle bambine "IL MAESTRO E UNA MARGHERITA"a Elisabetta P.Chi è fondamentalmente un maestro prende ogni cosa sul serio soltanto in relazione ai suoi scolari – perfino se stesso.Friedrich NietzscheDi quale stella è dimmi quel sorrisoche ti attraversa sorridendo il viso?Quando dal più profondo sento amoreE tu mi chiami ancòra "Professore"Gli occhi belli di pianto mi hai guardatoEd ho trematoVorrei che fosse vera questa gioiaPer ogni volta che la notte se l'ingoiaQuando ti vedo timida guardarmiE per difendersi non ci sono armiSe ti avvicini un pocomi assorbe il giocodella tua bocca ciclaminoAvremo un bambino?Elisabetta abbraccia le compagneUn cigno violanel corridoio della scuolaSoltanto il tempo di spiegartisenza parolele carezze verdiTi porterei, solenei pratimargherita che li hai spettinatiAltéra tra i compagnia Parigiquella seraLa luna tra i capellie una maglia neraSe tuo è quel viso che mi percorre il sonnovoglio dormire ancòrafino a mezzogiornoUn giorno ci sarà con te l'amoreLo invidio già nei battiti quel cuoreCome mi pensi,se mi pensi,fogliolina?Un gioco?Un principe?Un idiota?Una storiellina?Mi porgi le sopracciglia perché le baciAnche all'aria piaci I PASSI LENTAMENTE DALLA SCALAI passi lentamente dalla scalal'odore chiuso della geriatriaLa stanza silenziosaletti parallelila flebo in golail solefuoriora che non c'è più lotteria«Ti ha scritto la Alda,dice che sta bene...»– e l'infermiera giovane arrossivacercando la febbre sotto le lenzuola.È qui che adesso vivise è la vitadopo quel brusco saltoforse candegginae il grido spaventato dei vicini(Avevo cinque annimi guardavigiocare tra le ombre dei giardini).Ora c'è solo un rantolo di manie occhi chiusidisperatamente azzurriRestiamoluglio conta i tuoi respiriE più non parlipiù non chiamiLa morte morirà ma tu rimani.