*(Sul lungomarein piena estate.Lo chemisierfrizzante euna borsetta bianca.Si gira e parla.La guardo chemi guarda,ed è beata.) Mia madre, amatae, per amarla,tenuta più lontano.Taciuta e distaccatain ogni piano,sentita straripantee spesa a rate.Rivista a tappeda una mia vitaautonoma e distante.Legata al morsodell’attesa,senza presa tranoi, di un discorso.L’altro capodel filo che mi tira,la forza di un percorsosenza uscita. *(Ho una maglietta larga, che copregli altri panni.I sandali di cuoio.Tenuto per la manoalla ringhiera,dal ponte fisso il maree una barca chepassa lì di fronte.Ho sette anni.) Eccola,sciolta al ventola vela dell’infanziaall’orizzonte.Si impenna a tratti incertariprende la sua fugapiù lontano.Scolpita sembravala mia rottae indubitabile, inqualche modo aperta.Sogni, progetti e pianitutti, i più strani,veloci e via guizzantisopra i flutti.Se guardo indietro, ora,mi vedo un po’ annegatodal vuoto che, comeun vetro, si è postotra il me di adesso equello più discosto.Per quanto rivelatoin molti luoghi easpetti, tantopiù nascosto. *(Di me, che vengoa me più grandee più lontano,l’immagine cheavanza dallo specchiodi un vecchio armadio,nell’anta che siapre piano piano.Con una mano tesaa fare, forse, dadifesa e, l’altra,stretta alla magliettanell’atto emersodi coprirci il viso.) E’ che restavoignoto, nel complesso,nel senso del ritrattoe del contornoche si era lì riflesso.Distratto per l’inversoda me stessonel mio apparirmidi colpo più preciso,perso nel chiusonei punti dell’oggetto.E, oggi, ancoracogliendomi divisoda quello che mi pensonon mi vedo,né giovane né vecchionon so se bello o brutto.Mi avverto come ingombrooppure mi scompaioquasi del tutto. Garzanti Editore, 1992 (3° ed. 1996) da PICCOLA COLAZIONE MALARIA"Qual è più caro, il nome o il corpo?"Lao-tzu"Il più alto grado di presenza è l’assenza."Walter Benjamin "Troppo comodofare quello che piacee che si vuole". La scatola di lattaè tonda e ruota,una parte sull’altra.Si può odorarla, vuota,e leccarla, quandola liquerizia è terminata. mela arancia susinamela arancia susina ...da dove saltanofuori, i sogni,vesti e contornial mostro, alla pazzia:frullati, puzzle coni tasselli fuori posto,come uccelli coloratio pipistrellistaccatisi di colpodall’albero blu inchiostro. "Dev’essere un accordodei grandi,per dispetto o gelosia". Sulla torre del castelloinespugnabile, sicurada cui si tiene il restosotto mira. Un regnopiccolo ma certo, peril tempo almeno in cuila porta è chiusa a chiave. (Scruta, salitosul bordo della vascain bilico, svestito,indaga sullo specchiola forma o una ragionedi tanto desiderio.) pesa il passo e posa pianolancia il sasso con la manoferma adesso o vai lontano "Mia madre dice cheposso togliermi tutto"."La mia, non più deipantaloni e della maglia". (Vedersi, esserevisto. Metterlo a nudo.Tenerlo, se deve esseretenuto. Ma gli pareche si debba cercarequalche altra cosa...) Rosso. Di febbre, disangue. Dentro al fuoco.Di unghie e labbra.Di gente senzadio.Di cappe, di bandiere. Nel sommergibile, "Io",in rotta per i mari."Tutti sottocoperta,chiudere i boccaporti.Immersione rapida".Lo spazio circoscrittola sacca degli odoril’ombra del letto. "... cuore, desco, nidognomo, soma, tetto". Ancora. Esattala secca tiriteraparola per parola.Specchio, ritrattoanalogia, provache c’è, sotto, la cosa:quel che sempre saràe sempre è stato,non dovunque ecome sia. Dettato. ... sul Libro deiLibri Famosi,nell’enciclopedia. "... ha i coloridel fuoco, della nevee del prato". "Dai, paga il pegno.Dire, fare, baciare,lettera o testamento?" (Non è che smettaanzi, a rifarlo, glisembra anche più bello.Però ha il dubbioche se resta magroè proprio per quello.) "Più vai veloce epiù, vedrai, ti piace". ... che una parolaabbia un sesso e unapersona (maschile sefinisce in a!). Maincomprensibile di piùlo stato di mancanzadi assenza, insommala parvenza negatain un concetto neppurerifiutato, inconcepibile,del niente e lo stuporea pronunciarlo. "La sua, dov’è?Da cosa è fatta?" (A lui il gusto, solo,di essere preso. Eil pensiero che èingiusto e svantaggioso,e non tanto per leiin fondo, se non ce l’ha.) "Lo imparerai, quandosarai più grande". Visto in segreto e dettoal chiuso, in ombrabisbigli, incertii margini, mai esattiindizi di segnalicolti, strappatiin fretta e furiaa sillabe, per pauradi essere scopertiprima di scoprirecentimetri quadratidi anfratti, di peluria. una rana nera e rarasulla rena errò una sera Paura che un vetro venga rottoche il sale vada sparsoche si rovesci l’acqua mentre bolleche una zingara entri in casache cada il fiasco d’olioche si rovini la salute.Paura di restare al buiodi trovare in casa un assassinodi cavarsi un occhio su una puntadi non essere promossodi cadere in un burronedi finire dentro a un lagodi annegare, di essere schiacciato.
RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA
*(Sul lungomarein piena estate.Lo chemisierfrizzante euna borsetta bianca.Si gira e parla.La guardo chemi guarda,ed è beata.) Mia madre, amatae, per amarla,tenuta più lontano.Taciuta e distaccatain ogni piano,sentita straripantee spesa a rate.Rivista a tappeda una mia vitaautonoma e distante.Legata al morsodell’attesa,senza presa tranoi, di un discorso.L’altro capodel filo che mi tira,la forza di un percorsosenza uscita. *(Ho una maglietta larga, che copregli altri panni.I sandali di cuoio.Tenuto per la manoalla ringhiera,dal ponte fisso il maree una barca chepassa lì di fronte.Ho sette anni.) Eccola,sciolta al ventola vela dell’infanziaall’orizzonte.Si impenna a tratti incertariprende la sua fugapiù lontano.Scolpita sembravala mia rottae indubitabile, inqualche modo aperta.Sogni, progetti e pianitutti, i più strani,veloci e via guizzantisopra i flutti.Se guardo indietro, ora,mi vedo un po’ annegatodal vuoto che, comeun vetro, si è postotra il me di adesso equello più discosto.Per quanto rivelatoin molti luoghi easpetti, tantopiù nascosto. *(Di me, che vengoa me più grandee più lontano,l’immagine cheavanza dallo specchiodi un vecchio armadio,nell’anta che siapre piano piano.Con una mano tesaa fare, forse, dadifesa e, l’altra,stretta alla magliettanell’atto emersodi coprirci il viso.) E’ che restavoignoto, nel complesso,nel senso del ritrattoe del contornoche si era lì riflesso.Distratto per l’inversoda me stessonel mio apparirmidi colpo più preciso,perso nel chiusonei punti dell’oggetto.E, oggi, ancoracogliendomi divisoda quello che mi pensonon mi vedo,né giovane né vecchionon so se bello o brutto.Mi avverto come ingombrooppure mi scompaioquasi del tutto. Garzanti Editore, 1992 (3° ed. 1996) da PICCOLA COLAZIONE MALARIA"Qual è più caro, il nome o il corpo?"Lao-tzu"Il più alto grado di presenza è l’assenza."Walter Benjamin "Troppo comodofare quello che piacee che si vuole". La scatola di lattaè tonda e ruota,una parte sull’altra.Si può odorarla, vuota,e leccarla, quandola liquerizia è terminata. mela arancia susinamela arancia susina ...da dove saltanofuori, i sogni,vesti e contornial mostro, alla pazzia:frullati, puzzle coni tasselli fuori posto,come uccelli coloratio pipistrellistaccatisi di colpodall’albero blu inchiostro. "Dev’essere un accordodei grandi,per dispetto o gelosia". Sulla torre del castelloinespugnabile, sicurada cui si tiene il restosotto mira. Un regnopiccolo ma certo, peril tempo almeno in cuila porta è chiusa a chiave. (Scruta, salitosul bordo della vascain bilico, svestito,indaga sullo specchiola forma o una ragionedi tanto desiderio.) pesa il passo e posa pianolancia il sasso con la manoferma adesso o vai lontano "Mia madre dice cheposso togliermi tutto"."La mia, non più deipantaloni e della maglia". (Vedersi, esserevisto. Metterlo a nudo.Tenerlo, se deve esseretenuto. Ma gli pareche si debba cercarequalche altra cosa...) Rosso. Di febbre, disangue. Dentro al fuoco.Di unghie e labbra.Di gente senzadio.Di cappe, di bandiere. Nel sommergibile, "Io",in rotta per i mari."Tutti sottocoperta,chiudere i boccaporti.Immersione rapida".Lo spazio circoscrittola sacca degli odoril’ombra del letto. "... cuore, desco, nidognomo, soma, tetto". Ancora. Esattala secca tiriteraparola per parola.Specchio, ritrattoanalogia, provache c’è, sotto, la cosa:quel che sempre saràe sempre è stato,non dovunque ecome sia. Dettato. ... sul Libro deiLibri Famosi,nell’enciclopedia. "... ha i coloridel fuoco, della nevee del prato". "Dai, paga il pegno.Dire, fare, baciare,lettera o testamento?" (Non è che smettaanzi, a rifarlo, glisembra anche più bello.Però ha il dubbioche se resta magroè proprio per quello.) "Più vai veloce epiù, vedrai, ti piace". ... che una parolaabbia un sesso e unapersona (maschile sefinisce in a!). Maincomprensibile di piùlo stato di mancanzadi assenza, insommala parvenza negatain un concetto neppurerifiutato, inconcepibile,del niente e lo stuporea pronunciarlo. "La sua, dov’è?Da cosa è fatta?" (A lui il gusto, solo,di essere preso. Eil pensiero che èingiusto e svantaggioso,e non tanto per leiin fondo, se non ce l’ha.) "Lo imparerai, quandosarai più grande". Visto in segreto e dettoal chiuso, in ombrabisbigli, incertii margini, mai esattiindizi di segnalicolti, strappatiin fretta e furiaa sillabe, per pauradi essere scopertiprima di scoprirecentimetri quadratidi anfratti, di peluria. una rana nera e rarasulla rena errò una sera Paura che un vetro venga rottoche il sale vada sparsoche si rovesci l’acqua mentre bolleche una zingara entri in casache cada il fiasco d’olioche si rovini la salute.Paura di restare al buiodi trovare in casa un assassinodi cavarsi un occhio su una puntadi non essere promossodi cadere in un burronedi finire dentro a un lagodi annegare, di essere schiacciato.