Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO


Da Orto e nidoOrto e nido, XXXIIINon esiste, non qui almeno,il vetro, l'ultima teca a misuradel suo corpo, del nulla insinuantech'è il suo corpo.È entrato, ora, sussultoe prodigio, il folletto dei canali,più che zanzara, libellula anima in forse anima incostante –, e quante mani, per questo, in agguatoverso la sua paura che su ali strette costeggiail girasole…Anche le anime emersedalle occhiaie di un fossato lo sentono,il magnetismo del fuoco, perfino nella penombradove un fiore, distratto ossa e pupilledalla sua arcana pece, un po' patisceil suo primo giorno di terraferma.1979Orto e nido, XLIINon c'è profanazione, si consacranotutti in orbita i significati,la cometa fa strada, non la possonoincantare preghiere qualsiasi.È per questoche profaniamo noi un senso compiuto,il nostro "come eravamo" (ma poi: come?), sfidandoin aria di lacrime l'inaspettata marea,il surf ormai quasi in punta di secolosu tavole imporrite da un'estesadisattenzione, dal digiuno e dal buio,e al primo urto si è già più che perduti,disfatti.1979 Da L'arte del primo sonno*L'universo in quattro battute, è questo che mi domandi,non più di una per elemento (e credisia troppo). Così barcamenandomitra aria e cibo, fuoco e sonno, fo tortoa tutte le altre pietre, te ne staccoquattro appena per dedica:il tempo di Venezia senza spigoli,il riso di un vassoio senza smalto,noi due nature vive nel giardino dei morti,le arance tutta buccia di Rialto.1980*Le mani vivono intere sul piccolo piano di fòrmica,le mani felicemente distoltedalla scrittura. Dorme la tortuosaintelligenza, dorme la prima parolacon l'ultima nel moto delle manicosì attente così implacabilmenteilletterate.Le mie mani: preparanoil presente, cucinano stelled'arte povera, hanno due figli,li scoprono pieni di mani, di vogliad'inventare e inventarsi mescolando le cartee gli elementi: non tutti finitinel volo di una tovaglia che plana sul piano di fòrmica –il volo forse del tappeto magicod'ogni sera, che saprebbe portarciin qualche altro occidente e non lo fa.1980 Da In piena prosa*Il più nuovo messaggio, come altre volte, non ha bisogno di voce:è la postilla di Dio, sorride più che in passatonei due scesi di casa a salutarmi,ventitré anni a sommarli, distribuitisecondo un equilibrio di bilance terra-cielo,il leone e la vergine,ed è bene che io non mi appoggi su nessuno dei due, quand'anche visibili, piatti e segni:debbo equilibrarmi io in me stesso, resistendo ai colpi di freno, di coda, dell'autobusche ormai è mosso,reggere i colpi bussati da dentroe intanto non tralasciare finché siete nel fuoco della mia poca pupilla,di accennarvi, senza che mai vi pesi, Giuliano, Silvia, l'amorecome un regalo di quelli che sorprendono quanto più attesie di cui, con un po' d'imbarazzo, si usa dire: – non ho parole –ecco, tutto questo vi tocca durante la ceneredel pensiero d'un lungo viaggio…1980