Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO


1980  Da Una fonteUna fonte, XXIII poeti dicono la verità.Una parte di essa duole in altried è quella che dura. Sto leggendonella coppia di buoi aggiogata altasopra i binarî una specie che il secoloventunesimo estinguerà. Dell'erbadel pendio su cui poco procedonodico che sarà presto sulla curvadel rimpianto. Con altro, di paesein paese, di fonte in fonte, avendolo stesso muro opaco d'aria in fronte.1981 Da Ventagli*Lei si leva dal caldo del sonno,divaga tra le ombre inseguecon poca presa un frutto da intaccare,ritrova quasi di un altro emisferoquei fogli scritti poco più che a mezzoabbandonati sull'ora di cenaieri ma adesso nel freddola luce è più leggera, non puòincepparsi il pennino, continuafino all'ultima riga la sua tracciail codice in viaggio sulla paginache con amore ripete: – complètami –,se non fosse il controcanto, da sottoin su a chiedere: – strappami –sussultando in un ritorno di fiammadel sonno quest'umore di suicidio e di nulla,come dall'altra stanza sta vivendolochi è rimasto a pescare nel buioanche lui senza presa – finché rullanole radiosveglie sul petto e ritornano,nodi al pettine, i minuti contati.1982 Da SerialsColori per un anno: ArancioneLa bacca viva esplode fuori campo,veli di plastica frenano il colpo,da olivo a olivo una marea di grinze,qualcosa dalla ragnatela afferrai filosofi, li prosciuga nell'unicagoccia di sangue del loro cuore.1984 Da Pomerania*Dal rintocco dell'ultima cesurala tua voce recitante potrànon da altro spinta che da naturarisalire: così lungo una telasenza smagliatura il colore vadal cinereo al cilestro all'azzurroal turchino sfrangiantesi in violae avanti e dopo ogni punto è del cielodove la Morte dice alla Parola:stammi in grembo seguimi nella goladel vento, non puoi farcela da sola,son io la casta diva, la tua scuola.1986*Hai voglia a sforbiciare! ci son chiomeche infoltiscono appena vi s'accostiuna lama – e lo stesso certe siepial minimo sospetto di cesoie.Così la rampicante minutagliadegl'inchiostri sibillini, che valungo le afflitte e le ridenti viedi carta, simulata verità,quella non la riduce non la taglial'autenticante ossessione, la febbredell'essenza, del nòcciolo.(Tu provaa colpire, mentre sogni o dal vero,la punta dei campanili, decàpitadei gigli rari e agili le torri:a ogni crollo è più vasta la città).1989Via Lagrange(Lagrange…chi era Lagrange?) Ogni cittàha forse la sua via Lagrange. Ma unanell'impaginazione del ricordo,una sola s'imprime. Vive travidi càrpini, condominii in decoro,fioriere gremite di petunie.Gli attici puntano verso le Alpi.Proprio là dove segna la lapidevia Lagrange, spiovono molli frangevegetali. Nell'ora dell'Angelus.C'è una bella signora che piange.Conta i passi, forse dieci, raggiungesull'angolo più lontano una concadi viole. Tutto il balcone è alleanza:il lampo del sole morente, la vampadi quei fiori – e di lei già fuori campo,quasi un pòlline, un senso di carminio.1991