Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO


Eros-AnghelosIl poema dell’angelo"I will not let thee go except thou bless me."(Emily Dickinson)IDel sogno ritentando l’avventura,improbabili tracce ravvisavo:ombre d’ombra , echi spenti di paura _non era vero il sogno che sognavoIINon v’era labirinto in cui smarrirmipotessi più , nel morbido piacered’inseguire una larva evanescentee nemmeno la languida corrented’un Lete in cui specchiarmi e intravvedereuna nuova sembianza in cui stupirmi...Solo fatui bagliori di chimere,fantasmi d’aria, rivoli di nienteIIIMa quando, già persuaso a rinunciare,riaprivo gli occhi su uno spazio umano,tra veglia e sonno al plumbeo limitareun angelo mi prese per la manoIVChe avesse accompagnato il mio camminonon m’ero accorto (forse , a quando a quando,quel leggero pulsare , un più vicinofremer dell’aria che fendeva aliando?)Una nube di fumo tuttaviafaceva schermo a quella epifaniaVNon lo vedevo in volto, era velatoda quella nebbia: solo trasparivaa tratti il suo profilo delicato.Mi camminava a fianco , e in me morivaogni altro desiderio che non fossed’accordarmi fedele alle sue mosseVIMi guidò lungo chiari cigli erbosisimili a cirri di marina spumache orlavano il sentiero sinuosi.E visitammo ville nella brumatrasognate, con portici sontuosie terrazze lunari scintillanti,umide grotte magiche di cantiVII... e non parlava; ed io aspettavo un gesto,che schiudesse le labbra alla parola,che mi dicesse che cos’era questosogno che sognavamo: fu la soladomanda che gli posi, ma fu invano ,perché taceva, guardando lontanoVIIIDalla remota ombra uscimmo infinea nuova luce : basso, all’orizzonteil sole disegnava il suo confine.L’angelo mi baciò lieve la fronteed innanzi mi spinse , sulla rivad’un lago che alla brezza trasaliva.Qui mi lasciò per divenire onda,scomparve come fumo che sprofondaIXE lo chiamai; né mi rispose il ventoche arabescava i cerchi ampi del lagocon le sue dita , mobile strumento.Un brivido percorse con un vagochiarore d’ala l’acqua sbigottitadove la cara forma era svanitaXE mi guidò una nuvola al ritorno,alata e bianca , celere nel corso.Un tempo incalcolabile è trascorsodal tramontare di quel solo giorno.Ma da allora si è fatto il mio camminopiù sicuro nell’aria che non trema:l’angelo che ha segnato il mio destinoogni istante mi detta il suo poema.  THE BITTER KINGDOM1-Ieri, un millennio fa, sostava il Tempoa una fermata d’autobus con me(Di bouganville il muro straripava)Sapevo che quel lucido intervallocome un premio speciale era serbatoal suo stanco pupillo; mi avvisavache alla mia solitudine tornatosarei per sempre, per l’eternità.Mi preparassi, dunque. Vacillai,temendo di non esserne capace.(Dall’assolato muro si struggevala bouganvilla per me di pietà).Imploravo piangendo un’altra pace.Ma il tempo sentenziò: "Ci riuscirai.E gusta fino in fondo il tuo dolore.Non sperare di soffocarlo mai.Non concedergli tregua. Il solo erroreè corteggiare la felicità".2-Non l’avevo mai bene misuratala mia ricchezza, quel vano potere,quell’arida miniera sconfinata.Non che ne fossi ignaro, ma temevole insidie del deserto, le chimere.Eppure attraversare lo dovevo.Era il deserto della solitudineera del vuoto l’infinita stanza,della morte l’indocile abitudine,d’ogni traguardo l’intima distanza.3-Era quello il mio dono, un patrimonioastratto, incalcolabile, indivisoche fruttava monete senza conio.Un regno amaro- ma pur sempre un regno-senza sudditi con un solo re-Era il mio personale paradiso.E dovevo tenerlo chiuso in me,senza svelare del mio rango il segno?    4-Misero mi appariva il mio possesso:privilegio di pura iniquitàche nessuno poteva ereditare.Dal Tempo ottenni il tiepido permessodi qualche rara visita, di cuiavrei dovuto render conto a Lui.Per tutto il resto dovevo trattaredirettamente con l’Eternità.5-Alla fermata l’autobus giungevacon due soli minuti di ritardo.La bouganvilla al sole sorridevae dispariva rapida allo sguardo.quattro, cinque, sei agosto duemila