Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO


ViaggioE la suora presente all'improvvisobella, il volto velato neroe la voce antica un testo sacronel convento-emporio sotto il Subasiodove Crista si merca tutto il giornoturisti-ricordini fitti tra le navateun residuo di stupore per questa mortificata religionesolenne solo per i cerie le cripte chiuse da ferro lavoratodove sono le ultime penombreed odori d'incensosimili ancora a quelli dell'infanzia. Pellegrini meglio mendicanti di sensazioniesteti ingenui e pateticiad essere cattivima, meglio, forse uomini semplicementeuomo e donna per esattezza. Eremo delle carceritu il più puro di francescana bellezzacon il leccio non ulivo benché somigliantequello di Giotto con gli uccellia cui predica frate Francescoe la grotta di frate Leonequello che "ne combina" sempre tantecome dice la dolce amicacol sorriso degli occhi chiariazzurri e franchi occhi del Norde io godo a stare quisenza estasi mistichema lieto tra i lecci. È lo stupore d'ogni affrescoi muri sghembi, i buoi e gli animalile campagne appena accennatee quelle rocce-rupi bianche-grigie È così inutile l'artecome mezzo di comunicazione ormai superatoe si può anche credere veroe forse è meglio utilizzare le paroleobbedendo ai compagni del Movimento Studentesco. Ma qui, vicino alla cripta oscura,nel riquadro degli olmi sulla collina umbra qui non ti sorprende il dubbioanche se l'affresco è rovinatoe ci dev'essere la superstrada poco lontano. L'amica ha occhi chiariadesso quasi tristie gira, gira su se stessa al centro della Chiesae guardarla m'è sufficienteed ho quasi vergogna degli occhi scuri e velatidel collo pesante e la bocca affannosa Ritorneranno fuori le parolesul mattone bianco del crepuscolo in Assisia tentare di nuovo la scommessaanche se la sua lingua veraha note di gola musicali Sarai poi nuda con i tuoi occhi chiarinuda e tranquilla sotto le mie mani. Tu lo capisci quest'ultimo sforzoe il rifiuto patetico del contingentetu lenta e umana con il corpo distesoe sorridi perché tu sei sanama sui tuoi occhi azzurri e sul volto chiaroper fermarli alla mente e al tocco delle manilibero una pazzia testardae la tensione mortale dell'istante. Perché allora tutto era istantefisso nel semicerchio dei montivicenda conchiusa nel tempo e nello spaziocosì sicura e vera e lietae fragile e commovente e spaurita Bruciarlo sul pendio delle more impazziva tra ulivi e cipressi passavano frati bigi e nerichi sornione, chi tetro, chi francescanocome il giovane umbro dalla voce armoniosa,stretto contro la tua veste rossadifeso da un cerchio di braccioostinato nel tuo sguardo mutevole. E fu il momento di ripassare i valichiun rettangolo scuro veloce tra i monticon caldo, affetto, tenerezza, presagi di paurae vino e frutta e panini imbottiti agli orli, fermi negli attimi scanditi del ritornoi vecchi umbri giocavano e bestemmiavano. Viene poi la fine della leggenda: ed è ancora tempo di [cronaca. agosto 1968 Da: Il tempo differente, Caltanissetta, Sciascia, 1974.