Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO


da Per altre misure  Un albero, per appoggiarvi la schiena. Stare là, senza pensieri, senza possessi.Il mondo davanti, dietro, intorno.Uguale al ramo, alla foglia. Che importala tegola rotta, la stanza stretta?Restare fino a che è dato,senza orologio e senza calendario.Chi ha deciso questa inquietudine?Partire, tornare, tenere, trattenere,quando basta appoggiarsi a un albero.Invece, nella sazietàtemere la fame, sospirare nella contentezza.Così, da  per tutto.Non un attimo di sosta. Sempre una guerra,un contrasto. Profumi che divengono fetori,polpe che infradiciano,parole come baccelli svuotati.Una barca fragile su un mare senza fondo,l'ansimo nella corsa dell'atleta,l'urlo dopo il traguardo.Non sapeva e gli è toccato imparare.A che è valso ?Continua, come se non fosse avvertito.Si sveglia da sogni confusi,si dice che oggi capirà.Un istante e tutto si ripresenta,uguale a ieri e a ieri l'altro,lo stesso disagio, la medesima angoscia.Quando è cominciato tutto questo ?Non l'ha voluto, ma stadentro questo recinto,e chiama e cerca mentre si processae si specchia.Narciso, il deluso,muore per acqua. Si conosce nel fonte,si raggiunge negandosi. E Lui qui,nemmeno lacero, nemmeno affamato,chiede compagnia nell'errore,traversa luoghi che lo trattengono,insegue fantasmi, si chiama per riconoscersi.Come può difendere la casa, quandosa di averla eretta sul fango ?Come può vigilare sui figli, quando sadi essere lui stesso un figliopiccolo inerme? Forse altri verrannoe la loro giornata sarà chiara e sicuracome l'idea che lo annichilisce.Gli tocca solo questo:dopo essersi rivoltato nel vuoto,recuperare la voce perduta,tentare la presenza.Non più la salvezza e l'uscita.Solo un altro patto,una nuova misura. Per seguitare.    Sono quel che fanno.Un rametto di basilico in un vaso d'argilla,tocca piantarlo, innaffiarlo.Il mondo non è un'idea se il nostro corpoha fame e s'ammala, se respiriamol'aria che andiamo impestando.Chi crede ancora all'anima vagantein un regno etereo ? Come se lei,l'anima, non la portasse ognunonelle proprie carni, nella menteche dubita e decide,nei piedi che s'arrestano o procedono. Il seme spunta, s'inerpica,sboccia, matura, infradicia.Ma è corsa troppo a lungodietro il suo desiderio,non s'è più ritrovata. Forse le toccatornare là di dove era partita. Anche Lui volevauna storia diversa.Con il risultato che s'è trovato davantialtre mura da abbattere e,dietro quelle mura,da lottare contro gli stessi mostri.    L'amore è stato e continuaad essere il perno della sua esistenza.Quando le manca, si sente disperata, vuota.Anche nel mezzo dell'amore è scontenta.Vuole tutto: la vicinanza, la compagnia.Pretende di specchiarsi nell'altro,pretende che l'altroabbia le sue stesse voglie,pensi i suoi stessi pensieri.E siamo alla favola del mostro primigenio,lui intero, spaccatoa metà dall'invidia divina,condannato per sempre a cercarela parte mancante. Quanti riuscirannoa imbattersi in quell'altra partee per quanto crederanno di esservi riusciti?I più rabberciano, pazientano,si lagnano, si rivoltano. L'Amore,così come lo pretendono,sbuca di rado, quando non s'assentadel tutto. Dunque,ammesso il bisogno impellente,si passa la vita disperando.La fiaba di Amore e Psiche:la ragazza rapita non trova porte per fuggire,lui torna nel buio a sfinirla di carezze,per vedere chi l'ha rinchiusalei attende che dorma, abbagliatalo vede. Il seguito è noto.Psiche supera prove impossibili,si ricongiunge all'amato. E quila fiaba finisce con il dovuto festino.     Il suo amore è pieno di odio,Il suo odio è pieno d'amore.Questo è arrivata a sapere,dopo aver camminato nella nebbia,dietro un fantasma che chiamava bene e salute.Le tocca lasciare la rassegnazione,la pazienza. Le tocca restare qui,fuori dell'io e del tu, in una ressa di parole,tutte  da districare, da farne cose e gesti.Nemmeno un istante può fermarsi.Deve aggiungere mattoni, mentre i muri cedono.Così per il suo stesso corpo:lo nutre mentre la consuma,lo vigila mentre la stordisce.Di dove verrà il segnale estremo ?Quando si mostrerà il nemicoche porta dentro e la minaccia di morte?Intanto si procura confortiche sa esili e brevi,si figura mutamenti, cercal'uscita dalla faticosa vigilia. Sbaglia,ma ha smesso di blandirsi.di ripetersi bugie. Sta quie vuole starci fino a quando le è dato.Qui deve raggiungersi, tenersi.     Il referto da tanto è lo stesso.Vittime, chi le azzitta?Carnefici, chi li arresta?Disastri ovunque. E inconcludenze.A questo punto c'è chi avverte,con i riflettori accesi della coerenza:"Esci, una volta per sempre.Non predicare il silenzio, azzittati.Vai ripetendo che non sei,dunque blocca il respiro, annientati."Ma Lei è spaventata da che l'aspettae Lui si allaccia le scarpeper ripartire. Vedono il cielo passaredagli azzurri ai bianchi ai viola,odorano il vento, si godonoil sole sulla faccia,il sapore di un frutto, il sonnoche sale negli occhi.Non si tratta di rinunciare.Forse che non sei vivoanche mentre soffri o ti ritrai ?     Dovremmo restare dove siamo.Lei sa di essere in cammino.Ogni passo le prova di esserci.Basta ed è tanto. Il resto !Aveva quattordici anni,un pomeriggio d'estate, sola in casasi urlò dietro:" I morti, i morti!"e si precipitò per le scale;ne ebbe il piede sinistro slogato.Ancora sogna di aggirarsi in quelle stanzee sente al di là delle scalei passi di qualcuno e sache non le riuscirà di vederloe ne è atterrita. Si svegliacon il cuore in subbuglio.  - Se solo decidesseroche questo non è più di un sogno. - Chiamatelo sogno, non cambia nulla. - Gioverebbe il silenzio. - Conclusione proposta altre volte.Ma qui nessuno muore,nessuno lascia corone.Qui le parole dette si dissolvono.E' una fine e vuole sembrare un inizio.