Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO


 Corporale  Serpentelli, le radicisi smentiscono(nostr’albero, nostr’albero);coni d’ombra del pettogentili tanto e onestie un meglio non osare.Dondolanti a lungoi desideri mentrele stanti mummie corporalimedioevalissime osservantis’instiliscono.Ah se non fosse per ierise non fosse.   Testi in rivista e inediti       Come una lente  si freme o traballa secondoi passanti, il vetro nei bordiabusati del stipite in legnoalla fiacca finestra sul vialeper timpano o un nervo civileche sguarda il quanto si muovedi fuori; era un velo di sabbiasottratta dal mare, manufattotraspare. ed ora in rettangoloè lente interposta, ocularee ribalta il mondo da fuoriin mia stanza, e ‘sì vivo iocapovolto, diverso dal resto che campaben dritto nel tempo che avanza  Il barbone  il cielo suo prezioso senza lunesi regge sugli asfalti intersecantiintanando nei marsupi sotto i pontiquasi in un volo in debito di alidove s’indugia il barbone deragliandoin contralto a chi ha stampato questi spaltie regio, mai credendo gli altri taliè perlustrante fra bucce promettenti,la spersa spazzatura musicandoin suffragio di chi l’ha cresciuta tanta:di noia ai consanguinei di sua piazzacomico è agli altri scrutanti d’altra razza. Muti con la coltella un po’ piegata a un latogli raspa contro come a spalar neveper erpicare le iridate squameche scrostano collose via schizzando,e il corpo a fuso, reso sanguinososi escoria adatto alla farina e al fritto;diverso allo scuoiare del coniglioche serba e mostra intatte le sue venerdìpoco sappiamo invece delle peneche il primo è muto e l’altro fu colpitoe tacque pure il santo che finitospellato fu da vivo e per la fede.  Il cucciolo  dimora alla mia vasca in provvisorioun cucciolino che m’assegna il caso,dispostagli con dentro altri conforti.è lì che non è facile ‘l governodel lumicino d’acqua che zampillae compensarla a quanta se n’evacuae al fondo è come quasi sabbia e mareper i suoi nuoti e trotti profluviantima se si varia un poco il fiotto fiocoper mia l’assenza, cura ed imprevistosecca la bestia e all’occhio dà disgustoo gonfia d’acqua si dondola consunta.  Il saluto  se col saluto lascio,andando, qualcheduno,in profilo mi rivolgolontanando, mal sorvegliandoil passo verso avanti come purechi alle spalle mi si esclude;partenza e meta, scontentandointralcio nel percorso cui m’inoltroe ignoro s’io consoli che ritorno,col tentennante piede nel frattanto,o tema non si muova a meun rimpianto.  La storia  s’infradicia e farcisce d’acqua freddanella fontana quasi ad affondareun quotidiano piegato e senza scampo.vi smunta lenta una grazia che sul set,la faccia blu di chi che oggi contascompaginano cifre della borsa.il nome invece d’altro che è in disgraziala lente d’acqua ancora più ingrandisce,la pianta secca al bordo non stormiscesporge la luna in presso a un pesce e a un sasso.  Sociale  dei mici, come a un nido d’avvoltoisanguisugano un avanzo sgocciolatoda un sacco fatto in plastica riempitotrasparente le sue merci confluenti.Prossimo un bastardo coi caniniinfierisce con digrigno sull’involtonel cui dentro fra le melme alimentarivi conquista quatto un ratto i propri averie a che un miagolo non desti un ringhio avversonon squittisce compiacendosi fra sé. Il violino  la coda d’un cavallo messa in arcotortura col solletico budellaritolte e torcigliate d’altra bestiasul cavo fatto in cuoia d’una piantacui forma sono i fianchi di una donna;come segando ma non resti dannodisquama l’aria intorno che lamentae il dolorare suo, slanciato in eco,per quello d’altri, se mano è quella accorta,ottiene d’essergli felice lenimento,le corde mentre al meglio le tormenta.