Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO


 ELOGIO DELL'ECONOMIACon sua tale ossessione del risparmio, andava spegnendo a sassate i fanali ai viali. S'attenuò anche il lume degli occhi, per la riserva al domani - e apposta udì anche di meno, -e il lume ch'è nei medii cranii, e, ipoteso già, i pulsi minimi dei cuori sani (non seppe oh degl'insanil'alte tensioni, gl'irraggi e il bruciare). Ovvio, ovvio, anzitempo defunse (consunse meno giorni). "Che sperpero di fiori..." Riemerso dalla cassa, soffiò su tre candele.(da "Il dente di Wels")   LE LIBERTÀ STATUTARIEIn pergamena è porta a noi la libertà... E allora, io taccio? e sto? perché? dilaga errore orrore il dolore dolore... Perché tace e pensasu una petraia di secoli un saggio.Le libertà... e oggi ecco ripensa lo slogan della Ford Motor Company: "Il modello T vien fornitonel colore che desidera il cliente purché questo colore sia i1 nero." - La prima auto costrutta, il T, con il sistema dellacatena di montaggio, della catena... - Sulla piramide si tace, forse chiuso alla pena, forse nemmeno cogita, il saggio.(da "Decreto sui duelli")    DI GARIBALDI SÌquell'una spada, di mano dolente, ch'io invocherei - sparita ov'è?... - di bisturi al mondo...forse fu un sogno d'Italia e di Sud America, di peoni e cafoni(da "Decreto sui duelli")   CATONE E I DUE SCIPIONICatone è il Maggiore; Bruto, il Minore; Tullio, Cicerone; Publio, Scipione Mag-giore; Lucio, suo fratello.Stecchito e spiritato Cato, beve l'aceto, alfine Catorespigne tra le sue vigne a Literno Scipio, non mai inebriato di possa e gloria. "O Roma di me indegna, non avrai in più, da me, tu, le mie ossa."Ma Tullio loda le virtù sterpignedi Cato - e Tullio è uomo d'onore.(Publio bruciato, Cato incalza e incarcera Lucio per mariuolo: il probo e povero.)E piace a Dante più che Scipio Cesare, Bruto, poi, niente! - e sì, che Dante sae delli vizi umani e del valore.(da "Decreto sui duelli")     PINDARO E SERSEPindaro scelse l'attesa, l'ha sciolta vinti i Persiani, or verseggia per l'Attica. Mastro egli è d'epinici, gli epicedi lascia a Simonide.(da "Io, Rapagnetta Gabriel")   MIRACOLO PER COPERNICO Dove si sostiene che il Sole si sta e la Terra si muove solo a partire dalla prima metà del XVII secolo di nostro Signore. Tolomeo non mentì. Mentì Copernico. L'enorme sfera stava, ab initio, caduta all'Artefice fuor della danza universa e obliata."O Sole, statti, e tu, mite Luna, aspetta" ingiunse Giosuè con la colante spada: e il Sole,è vero, ristette: mistero del suo servile, perenne, correre in tondo, soccorrer l'ignavacosa, e senza di lui diaccia e per lui prolifica d'un moto di mostri.Tolomeo con nud'occhio lodò l'alto giro amorevole ché al nudo piè sentiva il basso e tumido livido stare. Mentì Copernico, e il telescopio di Galileo... ma sul rugghiar dei roghi degli eretici, in orazione fissi a Lui torcendosi- "Dio, confondi i fanatici gli atroci armigeri d'un vero... - che è, poi, il vero?" -in orazione, fumanti, in faville, ed al Sole sbiancato, che sobbalza, che vacilla e devia dal suo percorrere eterno, e poi sui tizzi umani e la cinigia fetida in furia imporpora, e ogni nube cassa, ed i campi i greti brucia ai malvivi, ai ventri di città fermenta pèsti... l'"Eppur si muove," gemito sospirovile di Galileo, fu scherno e grido suo, di Dio, che squassò scagliò la Terra a un frenetico prillìo, bloccato il Sole: ed al guinzaglio intorno al Sole, o come la ciuca alla noria, ella corre e corre, ché s'ella si ferma ella è persa. "E si muove!" balzò, vi dico, Galileo, alla scossa d'abbrivo, cieco in Arcetri - non più telescopio... - e vide!... un attimo: il Sole, spossato quietato, ridergli misterïoso.(da "Decreto sui duelli")