Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - MARCELLO MOSCHEN


da Notti di pace occidentale(traduzione tedesca)XIVGesegnet bist du auf Abstanddie unschuldigste unter den entfernten DingenTischnische und Apfeleine Kugel, eine Fläche und gegen die hohe Feuerflamme beide Formen zusammen um die Helle eines Raumes hervorzuheben.Nichts fordert uns wirklichund doch näheren wir uns den Gegenständenals seien sie das Echo einer Stimmedie arglose Meldung anderer Leben.Das schwarze Wasser, das Profil des Hundes zur Mole hin.Niemand darf sagen erinnere dich und wirklich so pfeifen wie damalsaber wir sehen die drei Zimmer, das plötzliche Auffahrendessen, der noch lebteund auf einmal werfen die SchränkeEin Irrfeuer zurück, den undeutlichen Stern eines Gesichts.Nichts ist vollendet, noch ist nichts ernst.Es gibt nur den dumfen Laut eines jähen Kalksund diese Schreie zwischen Farnen, die die Rücken peitschen,Schreie, dab wir nicht verstehen, was den Verfolgten im Dunkelnzustößt.Bäume, Schläge, Böen gegen die MauernEs genügt eine Geste: die brüske Bewegung eines Ellenbogens, die eine Kerze ausgehen läßt.Auf einmal werden wir zu dem, was vorher zitterte. da Notti di pace occidentaleXIV  Benedetta tu a distanzala più innocente tra le cose lontanenicchia di tavolo e melauna sfera un piano e contro l'alta fiamma del fuocole due forme congiunte a scavare il nitore di un vano.Nulla in realtà ci chiamaeppure ci accostiamo agli oggettiquasi fossero gli echi di una vocel'annuncio indifeso di altre vite.L'acqua nera, la sagoma del cane contro il molo.Nessuno può dirli ricordi e fischiare davvero come allorama noi vediamo le tre stanze, lo scatto di chi ancora vivevae a un tratto gli armadi ci rimandanoun fuoco errante la stella incerta di un viso.Nulla è compiuto nulla è ancora profondo.C'è solo il tonfo di una calce improvvisae queste grida tra felci che sferzano le schienegrida che non capiamo come accade nel buio agli inseguiti.Alberi, corpi, folate contro i muri.Basta un gesto: il rovescio di un gomito che spegne una candela. Di colpo diventiamo ciò che aveva tremato. VI Non esiste innocenza in questa linguaascolta come si spezzano i discorsicome anche qui sia guerradiversa guerra ma guerra - in un tempo assetato.Per questo scrivo con riluttanza con pochi sterpi di frasestretti a una lingua usualequella di cui dispongo per chiamarelaggiù perfino il buioche scuote le campane.*** C'è una finestra nella nottecon due sagome scure addormentatebrune come gli uccelliil cui corpo indietreggia contro il cielo.Scrivo con pazienzaall'eternità non credola lentezza mi viene dal silenzioe da una libertà - invisibile -che il Continente non conoscel'isola di un pensiero che mi spingea restringere il tempo a dargli spazioinventando per quella lingua il suo deserto. La parola si spacca come legnocome un legno crepita di latoper metà fuocoper metà abbandono.