Racconti Italiani

RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - MARCELLO MOSCHEN


15-             LA VITA                      Passano i giorni lieti, tristi avvenimenti mai visti ti fanno sognare ed ancora a lungo vorresti errare. Ricordi lontani ti fanno gioire e vorresti sentirne la dolce carezza e riviverne sempre l'ebbrezza. Ma sei vecchio ormai e non puoi ora correre, ridere e correre ancora, ti resta soltanto una cosa infinita: la vita!16- L' ORIZZONTE La stretta strada di campagna che mi riportava alla realtà. Pensieroso, anzi assillato da problemi irrisolvibili e ingombranti andavo, mirando confuso l'orizzonte. Ma non lo scorgevo affatto, preso com'ero da un affanno ingrato: quello di pensare sempre te: amante, figlio, amico ( o che parola più comune ) dovrei ancora usare per non turbare sempre la tua attenta suscettibilità. Si! guardavo un filo viola che tagliava, anzi spezzava in due la terra al cielo, con la sua irrealtà. E l'orizzonte non m'appariva come l'avevo sempre immaginato. Questo orizzonte era molto frastagliato. Sembrava proprio che l'avessi costruito te, pessimo tagliatore, con forbici assassine, intenta solo a modellare la tua futile e contorta vanità. 17- GRANDINE E quando piove, tu diventi grandine. E ogni grano che violento cade nel mio terreno asciutto, è più d'una ferita.18- IL NUME PROTETTORENotte tempestosa di temibilebufera. Turba il vento, con mugugniriottosi, l'intima preghiera.Invocavo la pace cercando veritàe la ragione perduta tempo fa.Ma i santi non m'ascoltano piùessendo peccatore.Chi ho contrariato amando troppocon passione insana, quel grandeuomo che a me appariva un numeprotettore?Tacciono le divinità.Cessata è la bufera.La notte resta nera.19- STELLE CADENTIPrecipitava velocemente un astrosolcando l'aria con sfacciata luce.Credulo del solito potere delle stellecadenti, espressi fiducioso un desiderio:- Ti rivolevo ancora come una volta, quando la terra e il cielo, insieme, ci abbracciavamo formando sopra noi unico guscio.-Molto tempo è passato. Nulla s'è avverato!E quel mistero popolare che m'illuse senzache tu ritornassi, mi rende ancora sognatore,ma fermo a un precipizio, incapace di muoverealtri passi.20- DISPERAZIONEIl sole, alto, trafiggeva il mare.Un gabbiano, sulla riva, attendevadi morire, esausto dai quotidiani voli dispersivi e senza fine.Accomunato a lui provai la stessafiacca, e subito sentii afona la mortestrozzarmi duro con forzute braccia. 21- A chi non è capitatoda bambino ancoraalla scuola elementare, durante il dettato,o la bella scrittura: sbagliare!Si prendeva la gommae cancellando si cercavadi correggere l'errore.La carta, a furia di sfregaresulla sua superficie, si bucava.Cosi', di nuovo si ricominciava.Da grande, nella vita è stato poilo stesso!Sugli sbagli cancellatialtri se ne sono accumulatiE, come un cancro,giorno per giornohanno mangiato l'animae la mia gioventù.22- E se non fosse amore? Pur sele palpitazioni erano violentepiù della voglia di cercare?No! il nostro è più che amore.E' un gabbiano che vola altocome l'aeroplano, spezzandole nuvole gravide di pioggiae trafiggendo come frecciail cielo screziato d' ametista. Atterra poi sulle pistedel cuore, lambito da una luceper farlo esplodere: vogliamatta di godersi il fruttoprelibato, con avidità.Respiriamo uniti, strettida un laccio che non creasofferenza, ma la remotaletizia che ha dato semprevoce ai poeti e ai cantoriche vivevano nella santità.23- INNO " Anima pura! " ti dicevo calmoconvinto della vera affermazione." Dammi la tenerezza! " esortavotremante, portando le tue mani alla mia testa che stava posata sul tuo cuore.E tu, sospinto a forza dalla passioneche temevi sempre di rivelare, coi piedipuntati sotto ai miei, sollevasti il mio corpo per intero e come una tegolam' adagiasti su te, caldo e fremente.Viso contro viso. Torace con torace.Perfetto sincronismo di tutti i movimentiChe legavano l'addome mio al tuo.E ti rubai il respiro… Il fiato accumulato in quel momento.Tutto fu mio. Io, soltanto tuo.Il tempo fu fermato!………………….…non muore in me, l'ora di quella notteche ancora canta con vibrazione acutal'inno per te, che mi ha ridato vita.24- GIOCOPassa l'amaro giorno della mia sconfittae dal tuo volto il gaudiodell'ultima conquista.Ma, pure traditore resti sempre l'unico padrone,della mia mente immersanel più scabroso giocoche ha acceso la passione. 25- Ci siamo divorati: avideconchiglie in un tappetodi sale. Ora, restano gusciumidi, sovrapposti, nella morbidanotte che genera illusioni. Un gabbiano, in mezzo al mare, solo, senza compagno, privo di fratelli attende aiuto dopo molteplici richiami.- A chi racconterà le insidiosepassioni che gli struggonoil cuore, se nessuno è vicino? - Torna! E con un lampo incendia ancora i sogni miei ed i pensieri tutti come Nerone, per gioco, bruciò l'antica Roma. 26- L' INCANTATORE Ieri, t'abbandonavi come un pulcino alla carezza lieve d'una mano; al gioco serio della vera magia che mi rendeva di te, l'incantatore. Dopo, rigirando il tuo corpo caldo e bruciante su lenzuola bagnate di sudore, da tanta brace, tale a un serpente scivolasti via togliendomi la pace. Ed io, incantatore, rimasi ancora solo pronto a morire della solita agonia.