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Il governo dei migliori

Post n°145 pubblicato il 08 Settembre 2007 da miss_ariel

Segnale della parabola permettendo, ieri sera ho guardato un pezzo di Cambio moglie, versione italiana.
Il cambio era tra una coppia etiope di Milano e una italiana.
Il tizio della coppia italiana era filofascista e xenofobo. Biascicava un’ignoranza senza limiti: adulava il duce senza sapere in che periodo storico si collocasse il fascismo, affermava che non gradiva l’arte africana, senza però conoscerla.
Ora, io mi chiedo, una persona del genere ha il diritto di votare o di esercitare – in senso lato – i diritti civili? Mi sono immaginata il tizio all’atto del voto e me lo sono vista mettere una crocetta sopra a un qualunque partito con il tricolore o slogan demagogici. Altro esempio. La tizia dell’ultimo Grande Fratello, inviata di Lucignolo, tale Melita, che dice frasi sciocche e provocanti a Giovanni Sartori (non pizza e fichi, ma Sartori) è in grado di votare?
Sono sempre più scettica nei confronti della democrazia, che, a mio parere, non costituisce la forma di governo migliore; allo stesso tempo sono sempre più favorevole ai governi delle elite, quelli di Pareto e Mosca.
È un discorso ampio.
Il punto centrale del mio pensiero è questo: credo che i più non abbiano le competenze idonee per una valutazione puntuale, per poter effettuare scelte determinanti come l’indirizzo di politica interna ed estera.
Esempio: la politica francese del primo dopoguerra.
Nonostante il monito di Gran Bretagna e Stati Uniti, la Francia continuò a perseguire la linea dura di Versailles, si mostrava cioè intransigente nell’esigere il pagamento delle riparazioni di guerra. Il piano Young, definito pochi mesi prima della crisi del ’29, prevedeva riparazioni finanziarie consistenti dilazionate per un periodo di cinquanta anni. Questo piano, che poneva l’economia tedesca in forte difficoltà e creava dei gravi squilibri per l’economia internazionale, incontrava il favore dell’opinione pubblica francese, alimentata esclusivamente dal desiderio di vendetta e revanche. Ora, come poteva il francese medio capire della gravità della situazione, delle conseguenze che tale linea poteva provocare? Infatti non lo capì.
Altri esempi? Ce ne sono a iosa, mi limito all’esito negativo del referendum del Trattato di Roma del 2004 per la Francia.

 

 
Rispondi al commento:
serialexperiment
serialexperiment il 09/09/07 alle 15:52 via WEB
Non sai quanto mi trovi d'accordo cara missAriel! Posso solo aggiungere che il mio sdegno ha raggiuto l'apice nel momento in cui ho visto Flavia Vento alle prese con la politica....da allora in poi,ho smesso di sorprendermi!Neanche Melita che chiede "perchè non abbassate le tasse?" mi crea stupore! Ti ringrazio per essere passta da me! Un saluto ;)
 
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