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ASCOLTI IN CRESCITA PER LA RADIO ITALIANA


[19 Aprile 2008] Dal 1988, data di nascita di Audiradio, l�ascolto della radio in Italia è passato da 26 milioni di ascoltatori a 38,4 milioni. Della passione degli italiani per la radio e del futuro della veterana dei mass media si è discusso al meeting di Radio e Reti, storica concessionaria di pubblicità radiofonica, che si è aperto oggi a Venezia alla presenza dei principali operatori del mondo della pubblicità e a numerosi editori radiofonici nazionali e regionali. La crescita del pubblico della radio in questi due decenni è andata di pari passo con l'incremento degli investimenti pubblicitari sul mezzo: dai 94 miliardi di lire del 1988 ai circa 500 milioni di euro previsti per l'anno in corso, la quota è passata da 1,7% del 1988 al 7% del 2008. Le 700 radio rilevate da Audiradio nel 1988 sono scese alle circa 300 attuali. Il mercato della radio in questi venti anni, per effetto di acquisizioni e accorpamenti, si è semplificato in termini quantitativi ma è cresciuto dal punto di vista qualitativo e la crescita dell'ascolto globale del mezzo ne è la dimostrazione. Quella che era considerato un mezzo in via di estinzione a causa dell'esplosione della tivù privata si è invece rivelato il mezzo più dinamico e innovativo del sistema dei media. La novità dei prossimi anni si chiamerà radio., ha detto aprendo i lavori Enzo Campione, presidente di Radio e Reti. A indagare sui motivi del successo della radio sono stati chiamati filosofi, musicisti, matematici e sociologi. Coordinati da Claudio Sabelli Fioretti hanno discusso di radio il matematico Piergiorgio Odifreddi che, dopo aver raccontato i suoi esordi nel 1975 a Radio Cuneo Democratica come conduttore di un programma di free jazz, ha spiegato come in FM si possa fare anche divulgazione scientifica. A patto però che il ragionamento non si debba interrompere continuamente per trasmettere la musica., ha precisato. Musica e ancora musica, chiede invece alla radio Max Gazzè, musicista e compositore, che con il brano Il solito sesso, presentato a Festival di Sanremo, ha totalizzato il maggior numero di presenze radiofoniche negli ultimi mesi. Per un musicista la radio non è solo uno strumento di promozione del proprio lavoro ma è anche un indispensabile strumento di indagine su quello che altri artisti stanno facendo. A differenza di Odifreddi che vorrebbe una radio di sole parole io vorrei una radio di sola musica. La discussione non è stata solo sui modelli editoriali che si contrappongono nell'etere - radio di parola contro radio musicale - ma piuttosto sul ruolo della radio in un mondo della comunicazione che sembra ormai convergere non pi� sul computer, come si credeva fino a pochi anni fa, ma sul telefonino. Maurizio Ferraris, docente di filosofia teoretica all�Universit� di Torino, autore del saggio �Dove sei? Ontologia del telefonino�, ha spiegato come tutte le forme di comunicazione, pubblica e privata, stiano convergendo verso i cellulari (50 milioni di esemplari nella sola Italia) che sono diventati, da strumento di comunicazione personale, uno strumento elettronico in cui si raccoglie il nostro essere sociale e la nostra identit� individuale e collettiva. �La radio indiscutibilmente sta vivendo una seconda vita�, ha concluso il sociologo Francesco Morace, presidente del Future Concept Lab, centro di studio sulle tendenze di consumo e sociali, �perch� per la sua stessa natura lavora per affinit� con il pubblico. Si ascolta una radio e ci si riconosce in essa per affinit� di stili di vita, di gusti musicali. Questa adesione diventa fondamentale per orientarsi nel labirinto di informazioni e di emozioni che ci circonda quotidianamente. La radio ha una �buona reputazione� e questo le ha consentito di guadagnare consenso pi� di altri media.�