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spettri del passato

Post n°13 pubblicato il 30 Novembre 2006 da massiuk
Foto di massiuk

Riapro parentesi graffa sulla cronaca (mi provocano, che faccio, non rispondo..?!?!?!?) giusto per dire la mia su qualcosa che mi sta piu' che a cuore: Genova. Premessa: non ero a Genova e non ho vissuto quei giorni. La mia e' solo coscienza civica, risvegliata da qualcosa che non avrei mai voluto vedere, qualcosa che anche le menti piu' fantasiose mai avrebbero potuto concepire, nell' Italia, del terzo millennio. Manifestanti violenti o polizia fascista? A distanza di 5 anni, ed oltre, contano solo le cifre: un morto e 300 feriti (con bollettini che vanno dall'escoriazione alla prognosi riservata) tra i manifestanti, solo qualche contuso tra gli agenti. I processi languono, i politici scappano come conigli, occupati in competizioni internazionali di arrampicate sugli specchi, la polizia tace e spera che il vecchio sistema di 'demandare' alle 'autorita' competenti' le indagini', nel paese con il piu' alto record di denunce alla corte di giustizia europea per le lungaggini processuali, possa far dimenticare (o addirittura) modificare quegli eventi.

I processi sui fatti di Genova sono gia' morti (e' la matematica ad averli uccisi, non certo la fantasia di chi scrive.. avete presente la 'prescrizione' dei reati? E' legata a cifre e su quelle non si discute..) per la stampa quegli eventi sono ormai senza alcun valore e la meta' del parlamento (se non apertamente contro testimonianze di cittadini, parlamentari, avvocati medici - e mica saranno tutti black blok quelli andati a Genova, cavolo! Pure gli scout della rete Lilliput? Guardatevi le immagini del grado di coscienza sociale e civica dei 'paramilitari' della guardia di finanza mentre li insultano e li minacciano, sul lungomare di Genova.. questi signori sono addestrati a spese dei cittadini, con armamenti di proprieta' del popolo italiano. Well done.- filmati, foto) preferisce inventare strane formule di salvataggio in zona Cesarini che farebbero onore al massimo ad una disputa di politica al bar, tra fantacalcio e SNAI, non certo ad un'assemblea di strastipendiati parlamentari.

Casini e' contrarissimo alla commissione d'inchiesta. E chissenefrega, non ce lo mette? Chiunque, parlamentare, salumiere, divinita' o calciatore, fa procalmi senza una spiegazione logica, appartiene alla subspecie arrogans, della specie umana 'potentis', divinita' in terra, che di diritto parentale o divino creano verita' dispensano certezze, dividono la classe in buoni cattivi, primi, secondi, penultimi e comunisti.. Ora, perche' dire no alla commissione? Perche' ci sono i processi in corso? Allora, dando retta a questa massima borbonica, dovremmo fare un blackout totale, perche' la magistratura sta lavorando.. solo che, quando lavora 'contro di loro' e' politicizzata, quando cerca di individuare responsabilita' di diritto 'comune' in un contesto politico, non puo' che produrre risultati modesti: il codice penale italiano, che non conosce il termine tortura, e' un obsoleto rottame del ventennio che si sta cercando di innovare da almeno sessanta senza grande fortuna (ci si sono messi pure gli anni di piombo e le leggi speciali, mai abrogate..): il succo del discorso? I reati dei pubblici ufficiali hanno un trattamento di 'favore' di cui i comuni mortali non possono giovare. Se poi l'aggravante e' un preconcetto 'politico' (e' un mistero che la polizia italiana non sia culturalmente neutrale? Insinuazioni comuniste??) non e' opportuno che una commissione 'politica' si occupi degli aspetti 'politici' della vicenda? Come si fa ad accusare la magistratura di fare politica e poi lasciargli affrontare giudiziariamente una vicenda strettamente politica?? Davanti alla reticenza di un potere dello stato non e' forse il potere che 'manda avanti uno stato' a dover intervenire? No, pare proprio di no. Casini resta contrarissimo, senza una ragione, senza una spiegazione, con il solito retorico, futile, ridicolo ed assurdo 'basta attaccare le forze dell'ordine', con un'assenza di obiettivita' talmente estrema da far venire spontaneamente un pensiero: proprio per cessare questi 'attacchi', perche' invece di fare il sindacalista degli agenti, non schierarsi affinche' si metta una parola fine a questa vicenda, invece di appellarsi alla scarsa memoria pubblica? E' buffa la strategia, che evidentemente gli aspiranti politici studiano nelle scuole di partito: a domande scomode, rispondere o appellandosi alla magistratura (come se fosse uno stato estero che agisce in un contesto lontano e sconosciuto) o ricorrendo alla propaganda politica, ai suoi codici linguistici e metalinguistici comprensibili all'uomo della strada, oppure rispondendo con un quesito uguale e contrario.

Ma come si fa a dire che le violenze di agenti di polizia, corpi proceduralizzati, addestrati, armati fino ai denti sono sullo stesso livello di quelle compiute da spezzoni di cortei la cui caratteristica essenziale e' la non omogeneita' e la somma di persone diverse con le intenzioni piu' disparate. Si puo' trovare un minimo comune denominatore? No. Gli agenti lo hanno? Assolutamente, si.

E' peccato dire che la gestione dell'ordine pubblico a Genova e' stato un fallimento? Che il questore Andreassi non andava solo rimosso ma cacciato dalla polizia? Che Scajola dove tornare nel suo feudo ligue ad occuparsi di floricoltura e che i dirigenti dei nuclei coinvolti nelle violenze dovevano essere immediatamente sospesi dal servizio, insieme a tutti gli agenti qualora fosse risultata impossibile l'identificazione individuale, anche in presenza di pesanti 'ostruzioni'?? Come si faceva a scuola 'se non esce il colpevole si punisce tutta la classe', no..? chi sa parli oppure rimossi dall'incarico e sospesi a tempo indeterminato tutti gli agenti dei nuclei coinvolti (quali sono? Lo so io, non lo sa il ministero degli interni..?!?!?).

Perche' la polizia, si dica una volta per tutte, non e' affatto tutta marcia, ma chi vorrebbe denunciare, perche' non tollera che la propria divisa ed il proprio lavoro quotidiano vengano infangati dal Rambo di turno, a volte prefrisce non rischiare 'sovraesposizioni' sopratutto se per i politici la violenza politica e' un atteggiamento tollerabile.

Nessuno a chiesto scusa a chi e' stato picchiato ingiustamente, ai medici ed agli avvocati, alla gente comune, alla coscienza di uno stato democratico non di una dittatura africana. Anzi ai proclami, sono seguite le promozioni. Tanto la memoria e' corta e noi italiani, a gettare dietro fardelli scomodi siamo abituati geneticamente.

p.s. Spero alla Digos piaccia questo post.. ;)

 
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