radio londra

Stoffa da dj


Dopo l'ennesima prolungata assenza mi faccio nuovamente vivo; un periodo di 'vacanza' ha significato davvero v-a-c-a-n-z-a, ossia disconnessione fisica e celebrale da Londra (infondo il blog si chiama Radio Londra, no? che cavolo c'entrava parlare di Roma??). Ora welcomeback to the jungle e la guerra ricomincia..!!Ma la mia e' pacifica, nessun caduto, nessun ferito: al massimo uno vince e l'altro perde, ma questa e' la vita no? Fin'ora non si puo' proprio dire che le cose siano andate di lusso, ma insomma contatto by contatto, sana e rilassata pazienza (tanta, ne serve davvero una quantita' da ingrosso..) magari qualche risultato comincia ad arrivare e poi -si spera- si tramuti in una vera e propria 'slavina'. Ma il problema e' proprio che i risultati di un sapiente lavoro di costruzione di un " creativo serio, ricercato e con strong reputation" e' un vero e proprio lavoro in se'.Un esempio a me "prossimo"; immaginate di voler fare i dj a Londra. Si puo' fare una scuola  (certo la scuola si puo' fare di tutto; taglio e cucito, giardinaggio e cucina vietnamita. Ma la bravura? La reputation? Quelle non si imparano: sono il risultato di un processo alchemico difficile da riportare su carta. Gli ingredienti: talento innato, creativita', un po' di faccia tosta, le idee chiare ed una dose solida di culo. Si avete capito bene di culo.. quello che alcuni hanno in faccia, ed altri si trovano fedelissimo alleato, spiegabile in parole come 'l'attitudine di trovarsi "li, a quell'ora ed in quel momento".. facile? per chi ha culo si !!! ;) dicevo si puo' fare una scuola, ma la decisione non puo' e non deve essere pensata. E' li, senza che nessuno ce l'abbia messa. Puoi anche non accorgertene ma il talento -e la successiva decisione di mettersi a fare il creativo- non e' pensata, e' istinto.Ci sono bravi dj, tecnicamente ineccepibili ma senza un briciolo di creativita'. Immaginate uno come Gattuso, se sapesse anche giocare a calcio chi sarebbe.. ?!?!molti dj imparano la tecnica (perche' non impossibile da imparare) ma "non hanno orecchio" o piu' semplicemente "non capiscono un tubo di musica". Alcuni fanno i dj perche' tira, perche' a casa girano i soldi ed una delle barriere sono le attrezzature costosissime, perche' si rimorchia piu' facilmente che non strusciarsi in qualche club, perche' e' figo da dire, e perche' vedere il proprio nick da dj e' bello.Nella mia esperienza, ho visto dj che acquistano dischi uguali a tutti gli altri, perche' la chart (ovviamente compilata dalle labels, quindi sulla base del loro potere politico..) lo impone, altri che suonano (torneremo sul concetto di 'suonare' translato sui djs) solo assurdita', persi nel loro viaggio onirico che nessun altro se non la tolleranza biblica della propria partner possono sopportare, altri ancora che fanno la spalla a vita ed altri che diventano con gli anni "impiegati della consolle", ovvero portano un onesto e rispettabile stipendio, non pagano piu' i dischi (perche' ai dj di una certa fama li regalano le etichette come promo) ma il timore di viaggiare e confrontarsi, sopratutto all'estero, annulla completamente le possibilita' di crescita professionale.Un dj e' prima di tutto un malato, esperto di musica alla follia, uno sperimentatore che non dovrebbe porre limiti alla propria curiosita', se non quelli del senso e dell'equilibrio (sperimentare della ritmica latina su una traccia trance e' una cosa,  mettersi a 'suonare' tutto lo scibile musicale, piatti rotti e campanelli di casa compresi e' altro..), ossia dare un significato a cio' che si dice (in musica). Sembra facile, sopratutto oggi che scaricando a volonta' dai programmi di peer (thanks god you invented those!) "tutti sono dj", ma proprio la democrazia musicale ha fatto si che gli afecionados del vinile diventassero una specie 'protetta', una sorta di comunita' in via di estinzione con il solo scopo nella vita di salvare dal mostro assetato di sangue, delle labels multinazionali, quel po' di cultura "umana" non cibernetica. Una prova per testare la propria mania vinilica? Ascoltare un disco e provare un sussulto al rumore'sporco' di sottofondo, innamorarsi dell'odore del vinile nuovo misto alla cerata della precopertina, contemplare un 1200 estasiati, battito cardiaco accelerato alla visione di qualsiasi negozio di dischi usati, ore ed ore a rimirare copertine, stampe, etichette: con questi sintomi si e' irrimediabilmente affetti da vinilomania..Ma essere un "vinilomane" (cazzo come suona megalomane... beh le famiglie semantiche sono diverse, i significati vicinissimi..) non vuol dire essere un dj: si parte molto bene, ma si e' ancora solo dei "collezionisti". Il dj ha in piu' quel tocco di sensibilita' artistica, quella capacita' di vedere (o sentire) cose che altri non vedono e non sentono, quello sdoppiamento di personalita' che gli consente di ballare in pista e sincronizzare le due mani tra controlli, fader borsa dei dischi e piatti.Sfortunatamente per anni si considerava "dj" colui il quale aveva "la musica da discoteca" nella borsa; "la musica da discoteca" era house, techno o trance. Meno male, con gli anni, anche altri generi sono diventati da "serata" (reggae, breaks, latino, funk- hip hop) ed allora la maschera dei 'monopolizzatori' e' caduta; quando il re e' nudo le malefatte vengono a galla.. allora si "scopre" che l'house sono "pezzi rubacchiati di funk" che i migliori dj, oggi quasi nonni, hanno cominciato con l'hip hop e che la dark techno, che oggi va tanto, senza la dub e l'ambient non esisterebbe. Avete mai sentito dj celebri nei loro generi fare salti in altri "ambienti"?? Perche' non promuovere un po' di cultura musicale oltre a roba prodotta negli ultimi 12 anni (un dj techno non puo', per forza di cose, avere una borsa con dischi piu' vecchi dei primi '90..). I massive attack, per esempio, che hanno inventato il 'trip-hop' ed hanno spinto la sperimentazione all'estremo, hanno iniziato suonando "reggae" negli squat.. Thomas Fehlmann, vero e proprio guru dell'ambient anni '70, oggi fa una ricercatissima dub house, che nessuno si azzarda a proporre; anni luce lontano dalle produzioni create in 20minuti con "fruity loops", stampate in 10, che poi appariranno come meteore nei negozi per essere (fortunatamente) dimenticate..Insomma, tutti dj (evviva), tanta musica (super evviva), club-cassa pesante.. tutto EVVIVA, soltanto innalziamo un po' il livello; il dj non e' soltanto un jukebox, dovrebbe avere anche una cultura. Dovrebbe..