le porte della vita

Le mie tre ore al giorno.


Sono pendolare dall’età di undici anni ed ho sviluppato un critico spirito di osservazione.Innanzi tutto ogni mezzo ed ogni orario hanno il loro pendolare tipo.Ad esempio, se saliste su un autobus extraurbano di collegamento tra un paese in campagna e la città, l’utente medio è in prima mattinata la signora con figli grandicelli, probabilmente a part-time.E’ arzilla: si innalza infatti un cicaleccio notevole dai gruppetti che si formano che ti impedisce di concentrarti nella lettura ed ancor peggio farti fare un pisolino conciliatore.E’ formosa: si siede comodamente al suo posto, non sempre a gambe unite, con i gomiti ben allargati ed a mani conserte, la borsetta ed il sacchetto di supporto sulle ginocchia; i gomiti si allargano ancora di più se sta leggendo sia un francobollo sia un quotidiano; nelle curve che affronta il mezzo i fianchi slittano sulle rotondità del fondoschiena.E’ orgogliosa: se con qualche piccolo assestamento, pur restando nella propria sfera di spazio vitale, cercaste di farle intendere di starsene un po’ più raccolta si offenderebbe e si sdegnerebbe dell’affronto.E’ mediamente informata: i suoi argomenti preferiti sono le condizioni metereologiche, lo stato di salute dei componenti della comunità, i disagi nei trasporti.Il primo pensiero, per la mia indole irascibile, è quello di iniziare a darci di sgomitate o di alzarmi ed iniziare a tirare calci negli stinchi. Mi ripiglio subito ed inizio a ridermela. Povere, loro sono così, non è colpa loro. E se un giorno anche io diventassi così? Allora subentra la mia indole pacifica e mi addormento.