PENSIERI SPARSI

CLICK


Quasi un secolo fa qualcuno mi ha detto "non esiste un selettore, una manopola che tu giri e che fa cambiare quello che provi".Aveva torto, torto marcio: esiste eccome, ma non lo possiamo controllare.Ne ho scoperto l'esistenza lunedì scorso, l'ho sentito nettamente scattare, ho proprio sentito un click dentro la testa e poi più niente.Forse il mio cervello ha finalmente deciso di proteggersi, forse si è rotto qualcosa, forse sono davvero ammattita.Me ne stavo lì, in piedi contro la vetrata del corridoio dell'ufficio a fissare il viale e lasciarmi attraversare da tutto il male che mi si stava riversando addosso attraverso il telefono.Me ne stavo lì, da sola, cercando di non cadere, di non svenire, di non vacillare.Semplicemente subivo, come sempre, come per sempre.Poi ho pianto, ho vomitato, mi sono sdraiata sul pavimento del bagno, sono scesa nel parcheggio per respirare.A cena ho sorriso, ho coccolato, ho ascoltato, ho rassicurato, ho fatto addormentare e poi ho creduto di morire.Un dolore fisico, suppongo che l'infarto sia così, un pugno al centro del petto.Dopo, più tardi, finalmente ho sentito quel benedetto click e poi il silenzio.Il silenzio del cuore, del cervello, il silenzio delle emozioni.Da quel momento mi sento anestetizzata, azzerata gioia e dolore, paura e allegria.Il vuoto.Sto beneNon voglio guarire