My crazy Life

Bere fino a stordirsi


Bere fino a stordirsiSi chiama Binge Drinking ed è un fenomeno che si va diffondendo in maniera esponenziale anche tra i giovani italiani. Perchè? E soprattutto: con quali conseguenze?
Gli specialisti del settore sono ancora lontani dal dare una definizione univoca di Binge Drinking, dato che in passato quest’espressione andava ad indicare un periodo di due o più giorni in cui il soggetto beveva ripetutamente fino all’intossicazione, senza dedicarsi alle attività e ai doveri quotidiani. Ai nostri giorni, il lasso di tempo di riferimento è ben più ristretto e si discute sulla quantità di alcool  da ingerire in una volta per classificare il disturbo: comunemente, questo limite è fissato a  cinque drink per gli uomini e 4 per le donne. Inoltre, come puntualizza la British Medical Association, attualmente il Binge Drinking è associato al bere con il preciso proposito di ubriacarsi e di solito si verifica in contesti di socialità, piuttosto che quando si è soli. Si distinguono inoltre due tipi di “addiction”: frequente (tre o più volte in una settimana) e occasionale (massimo due volte).Il fenomeno arriva dagli USA, dove è conosciuto sin dai primi anni Novanta e dove è divenuto una vera e propria piaga sociale. La maggior parte dei Binge Drinkers frequenta il college e non si deve pensare che siano individui emarginati o appartenenti alle classi sociali più disagiate, tutt’altro: a partecipare a queste “sessioni di alcool” sono anche atleti e membri di confraternite, specialmente dopo gli esami finali e gli eventi sportivi o durante il celebre “spring break”. Secondo gli esperti, una spiegazione di questa propensione al Binge Drinking negli studenti è che per la prima volta al college i giovani si trovano a vivere da soli, senza la supervisione dei genitori. C’è chi poi addita il proibizionismo americano come principale responsabile di questa condotta: l’età minima di consumo degli alcolici (21 anni) è infatti molto alta negli Stati Uniti, rispetto ad altri Paesi e questa “demonizzazione” dell’alcool avrebbe l’effetto contrario di incuriosire i più giovani. Una vera e propria spiegazione non si è ancora trovata, fatto sta che i dati sono preoccupanti, se pensiamo che circa il 60% degli studenti universitari statunitensi ha avuto episodi di Binge Drinking: in testa alla classifica troviamo il Nord Dakota, mentre all’ultimo posto si piazza lo Utah, presumibilmente per l’alta percentuale di Mormoni che popolano la nazione.
Per quanto riguarda l’Europa invece, se si escludono i Paesi del Nord, dove la mentalità è più simile a quella degli Stati Uniti, nella parte mediterranea il contatto tra i giovani e l’alcool avviene in età molto minore, ma con maggiore senso si responsabilità: sono infatti i genitori stessi a “supervisionare” la prima bevuta dei figli ed in questo modo li educano (o almeno cercano) ad un rapporto più sano e meno morboso rispetto ai loro coetanei d’Oltreoceano. In Italia le cifre, per quanto non da record, bastano a far scattare il campanello d’allarme: secondo l’ESPAD Report del 2000 l’abitudine al Binge Drinking Occasionale riguarda circa il 13% degli studenti delle superiori.I rischi sono gli stessi di tutte le sostanze che provocano dipendenza. Il principale è senza dubbio la guida in stato di ebbrezza, che oltre a cagionare ingenti danni al bevitore è anche fonte di pericolo per terzi. A lungo termine si possono invece riscontrare le seguenti conseguenze:-peggioramento delle prestazioni scolastiche e/o lavorative;-introduzione all’uso di droghe;-attività sessuali non pianificate.Per non citare poi l’influenza che queste bevute hanno sull’umore, incostante e tendente a oscillare tra l’euforia e l’abbattimento morale, fino alla depressione.I fenomeni giovanili di dipendenza dall’alcool sono stati finora molto sottovalutati rispetto alla loro reale problematicità. C’è da aggiungere poi che i mass media perorano la causa, associando alla parola alcool una vita da “vincente”; forse, oltre ad un intervento mirato da parte delle associazioni dei consumatori, sarebbe necessaria una partecipazione attiva del sistema scolastico per concorrere alla formazione nei ragazzi di un maggiore senso di responsabilità.Secondo me non c'e' bisogno di andare a guardare che fanno in america o in altri paesi,perche' o per come cambiano le ragioni sociali o culturali.Guardiamo in italia a casa nostra che la gioventu' con l'alcool sta veramente messa male.il fatto e' uno solo:i giovani (la maggior parte)purtroppo nn hanno piu' valori e punti di riferimento.viviamo in un periodo di vuoto sociale pauroso I giovani di oggi sono più menefreghisti, spero solo non diventi un'abitudine per tutti .. perchè anche la settimana scorsa è morto un ragazzo che conoscevo perchè aveva bevuto troppo..scalare i punti della patente fino ad arrivare al massimo della pena fino a fare la pubblicità perchè non serve a nulla.. la gente non lo capirà mai..anni e anni che si ripetono le solite cose: attenzione non guidate finchè siete ubriachi..e nel giornale si vedono sempre giovani le cui morti sono provocate da alcol o eccesso di velocità..a questo punto se la gente non capisce che ha una vita sola tra le mani e che questa affermazione non è solo una frase fatta a questo punto facciano  quel che vogliono della sua vita..