Ralcoland

Gli Occhi dell'Amicizia


     Su di un noto quotidiano apparve questo trafiletto: Un uomo ebbe occasione di vivere con un grande maestro anziano per molti giorni. Quando giunse il momento di partire, quell'uomo chiese al maestro: "Indicami i difetti che hai notato in me, così che io li possa correggere". Rispose il maestro: "Per tutto questo tempo io ti ho guardato con gli occhi dell'amicizia. Come avrei potuto vedere quali difetti hai?".                         (Dall'"Avvenire" del 15 dicembre1995)                                     
                        RIFLESSIONE. . .     Quando non si ama, si è persino pronti a scoprire la pagliuzza nell'occhio dell'altro; quando si è legati alla sola amicizia, si è capaci di essere censori inesorabili; quando ci si affida alla sola ragione, si è facilmente portati ad elencare limiti, difetti, riserve... L'amore è, invece, come un crogiuolo che consuma nel fuoco le scorie e fa brillare l'oro. Quando si guarda l'altro con intensità di affetto, si riesce a scorgere la bellezza nascosta, la bontà segreta, il bagliore celato... La tenerezza e la compassione fanno scoprire anche il piccolo fiore che sboccia tra i rifiuti.     Perciò, guardiamo più spesso le persone che ci circondano, con gli occhi dell'amicizia. Viviamo insieme agli altri: nella famiglia, a scuola, sul lavoro, nei viaggi... Con quali occhi guardiamo gli altri? Cosa suggerire per scoprire i lati positivi negli eventi drammatici e nelle persone antipatiche?