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LA VITA DEL PROFETA MUHAMMAD DI HAMIDULLAH


Da questo momento in poi il Profeta (pace e benedizioni su di lui) divenne sempre più assorto nella meditazione spirituale e, come suo nonno, era solito ritirarsi per tutto il mese del Ramadan in una grotta della Jabal-an-Nur (Montagna della Luce). La grotta, in cui era solito recarsi, era chiamata Ghar-i-Hira o la Grotta della Ricerca. Qui il Profeta (pace e benedizioni su di lui) era solito pregare, meditare e dividere le sue già scarse provviste con i viaggiatori, che passavano nelle vicinanze.  Il Profeta aveva circa quartant’anni ed era il quinto anno consecutivo dopo il suo ritiro annuale, quando una notte alla fine del mese del Ramadan un angelo venne a visitarlo e gli annunciò che Dio lo aveva scelto come Suo Messaggero. La prima sura, che fu rivelata al Profeta, è la seguente: “Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l’uomo da un’aderenza. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato mediante il calamo, che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva” (Il Sacro Corano 96:1-5). Impressionato per quello che gli era capitato, tornò a casa da sua moglie, le raccontò quello che era accaduto ed espresse la paura che la sua esperienza fosse opera dell’azione di spiriti malvagi. Ella, però, lo consolò dicendogli che era sempre stato un uomo generoso, aveva aiutato i poveri, gli orfani, le vedove e le persone in difficoltà: per questo Dio lo avrebbe sempre protetto da ogni male. Dopo quest’episodio la rivelazione si fermò per più di tre anni. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) deve aver provato dapprima uno shock, poi un desiderio calmo ed ardente e, infine, dopo un lungo periodo di attesa, una nostalgia e un’impazienza crescente. La notizia della sua visione era circolata ed alcuni avevano iniziato a mancargli di rispetto con scherzi e parole ingiuriose. Qualcuno arrivò ad affermare he Dio lo aveva abbandonato. A dispetto di questa difficile situazione, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) continuò a dedicarsi con fervore sempre crescente alla preghiera e alle pratiche spirituali. Successivamente la rivelazione ricominciò e Dio lo rassicurò che non lo aveva abbandonato, ma lo aveva guidato sulla retta via. Da quel momento in poi si sarebbe dovuto prendere cura degli orfani e degli emarginati e avrebbe dovuto proclamare la bontà di Dio verso di lui. Questo era l’inizio dell’apostolato tra il suo popolo. Una rivelazione successiva gli ordinò di avvertire le persone di non commettere azioni ingiuste e di esortali alla venerazione di un solo Dio, abbandonando tutto ciò che avrebbe potuto dispiacerGli.Il Profeta iniziò a predicare segretamente tra i suoi amici più fidati, poi tra i membri del suo clan e, infine, anche apertamente in tutta la città. Il suo insegnamento consisteva nello spronare gli uomini a credere in un Unico Dio Trascendente, nella Resurrezione e nel Giudizio Finale. Invitava le persone a compiere atti di carità e di beneficenza. Nello stesso tempo il Profeta (pace e benedizioni su di lui) comandò di scrivere la rivelazione, man mano che gli veniva inviata, e invitò i suoi seguaci ad imparare i versetti a memoria. Continuò in questo modo per tutta la sua vita, dal momento che il Corano non fu rivelato tutto in una volta ma in frammenti e in diverse situazioni. Il numero dei seguaci del Profeta (pace e benedizioni su di lui) crebbe gradualmente, ma a causa della sua opposizione al paganesimo aumentò anche il numero dei suoi nemici, ossia di coloro che erano molto attaccati alle loro antiche pratiche religiose. Questa opposizione degenerò nel corso degli anni e arrivò a trasformarsi in opposizione aperta con l’utilizzo della violenza fisica contro il Profeta e i suoi seguaci: venivano costretti a distendersi sulla sabbia bollente, subivano le bruciature con ferro rovente e furono spesso imprigionati con le catene ai piedi. Molti di loro morirono per effetto delle torture, ma nessuno rinunciò al proprio credo. Nel mezzo di una situazione così disperata il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) consigliò ai suoi compagni di lasciare la loro città natale e di cercare rifugio in Abissinia, dove governava un re giusto nel cui regno nessun uomo subiva oppressione. Anche se molti musulmani seguirono il suo consiglio, molti decisero di rimanere. La segreta fuga degli altri finì però per causare una più aspra persecuzione verso coloro che erano rimasti. Il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) insegnò ai suoi compagni a chiamare la loro religione Islam, termine con cui si intende la sottomissione alla volontà divina.