rammendi di carta

another dream


Steso nel letto credo di svegliarmi in una camera che non è la mia. Ma so subito che è soltanto un sogno.Sento il peso del tuo corpo avvolto nelle lenzuola, accanto a me. Mi volto sul fianco, e vedo la tua schiena nuda. La curva che discende dalle spalle e degrada dolcemente verso la vita, e risale verso i fianchi. Un’ombra chiara tra le coperte. Sfinito per il desiderio di averti tra le mie braccia, mi sdraio dietro di te, il mio petto contro la tua schiena. E’ come se ogni angolo del mio corpo trovasse un posto dove intrecciarsi con il tuo. Visti dall’alto sembriamo gli steli di due fiori dallo stesso profilo.Hai le mani strette sul seno, ed intreccio le mie dita alle tue, come se stessimo pregando insieme. Posso sentire il tuo cuore che batte? Mi sembra di sì.Hai la bocca socchiusa, non la vedo ma ne percepisco il respiro tiepido.Sposto le mani e le appoggio sui tuoi seni. Li sorreggo nel palmo con tenerezza, come qualcosa di prezioso e fragile. Tu posi le tue mani sulle mie, come se ti volessi accarezzare attraverso di me.Non c’è parte del tuo corpo che non sia raccolta in me, che non sia posseduta dal mio.Ti bacio il collo, sotto l’orecchio. Sospiri.Forse hai sentito la mia eccitazione premere su di te, perchè sollevi una gamba...  soltanto di un soffio. Un movimento impercettibile che mi permette di scivolare dentro di te.Trattieni il respiro.... come se volessi imparare a godere di questa sensazione.Rimaniamo in questo modo, intrecciati.Fusi.Come una preghiera pagana, ogni momento sembra portare con sè un mantra che ripete: non sei la sola ad essere sola. E’ tutto così facile. Porta lontano.Non importa dove. Soltanto un po’ più in là. Soltanto ancora un po’.Nella luce notturna della camera potremmo sembrare la raffigurazione astratta dell’incantesimo dell’amore. Non siamo nemmeno più tu ed io. C’è qualcos’altro.Qualcosa che non dipende da noi.Non c’è bisogno di muoversi. Non cerchiamo nient’altro.Mi senti pulsare dentro di te e io ti sento stringerti intorno a me. Basta questo.Potrebbe durare per sempre. Potremmo addormentarci e risvegliarci al mattino e sentiresti come prima cosa me dentro di te, e tu intorno a me.I tuoi seni sempre nelle mie mani.Ogni tanto un brivido ti scuote. Forse la febbre                                                               **********Sto dormendo. Forse è un sogno. Ma la sensazione che provo adesso è così vera, quasi palpabile. Allungo la mano a cercarti, la sensazione che avverto al contatto della tua pelle, è di sorpresa. Mi toglie quasi il respiro, rallenta o accelera di un battito il mio cuore. Con gli occhi chiusi, quieta, tranquillizzata dalla tua presenza, mi giro e ritrovo il mio sogno. Il tuo fiato è dolcissimo, tiepido sulla nuca, potrebbe essere cielo per me e mare e terra.E’ acqua che  sgorga e disseta l’arsura dei sensi, è fuoco che illumina e riscalda le mie notti da sola.Ho sete e fame di te e nel sogno la mia anima si spoglia, innocente e purissima. La pressione del tuo corpo disegnato contro di me è vigoroso, ma avverto delicato il tocco delle tue dita che tracciano sulla mia schiena misteriosi geroglifici, e la lingua che ne segue umida il disegno. Leggera, insistente. Trovi subito il punto che cerchi e ne fai l’uso che vuoi. Che voglio. Sei spietato e selvaggio ed io sono morbida cera da plasmare con  arte. Sento  le tue mani , bellissime, stringono i miei seni come piccole coppe di fragile cristallo fra le dita scure e forti. Il contrasto con la pelle diafana è sensuale, eccitante. E’un chiaroscuro di sapienti ombre cinesi. Sento che la tua eccitazione sta diventando urgente, ma non stai affrettando i gesti. No. Ti prendo le mani e ne seguo i movimenti, adagio, mi guidi su un sentiero sconosciuto, mi accompagni con dolcezza, dove vuoi, dove voglio. Incolli le labbra dietro il mio orecchio, lo inumidisci con la lingua.  Mi strappi un gemito, mi mordo le labbra. E godo così, una prima volta. Con le mie dita intrecciate alle tue. Mi possiedi, mi possiedo.  Sposto di poco una gamba e penetri in me. Improvviso, sospiro. Ti aspettavo. Non mi muovo, ho quasi il timore di interrompere un rito, voglio seguirti ancora, ma senza fretta.Senza bisogno di conoscere prima la meta. Mi fido del nostro istinto. Percorriamo per mano una strada in leggera salita, passo dopo passo, insieme. Con impercettibili spinte ti muovi, mi imprimi il tuo ritmo,  sollevo lo sguardo e lo specchio mi rimanda l’immagine  di noi due uniti. Nella penombra. Impastati, quasi. Ti circondo, semplicemente. Sono onda e tu spiaggia. Come un magico balletto a luci soffuse, un passo a due, danziamo in religioso silenzio.Posso udire il tuo cuore che batte. O è il mio.O sono strumenti musicali che seguono gli accordi di  un pentagramma impazzito.   Vorrei fermare questi attimi. Li posso solo chiudere nella memoria, sigillarli con cura e ritrovarli, intatti nel ricordo. Anche fra cent’anni. Anche fra mille. So che tu lo farai. Lo vorrei. Fusi insieme, come le gocce di sudore che corrono su di noi  e si mischiano, mescolando il mio odore al tuo, senza più  confini, ne’ divieti. Vorrei che il mattino ci trovasse ancora così, che la luce dell’alba ci sorprendesse  abbracciati. Amanti di pietra. Col mio seno che riposa nelle tue mani. Ed ancora sentirti in me. Dentro l’anima, più in fondo. Con un brivido.