rammendi di carta

elegia di un amore normale


"Bene. Eccomi in casa e di nuovo solo. La pazzia della notte era la pazzia del giorno. Mi sistemai sul letto, supino, a guardare il soffitto, ad ascoltare la stupida pioggia."- tratto da "Storie di ordinaria follia" di Charles BukowskiEccomi tesoro, sono tornato, lo vedi che torno sempre da te. Sei tu la mia casa, il mio tetto ospitale, sei tu che mi ripari dalla pioggia, dal vento, dal freddo della notte. Campassi mille anni, avessi altre vite migliori da vivere, altre avventure bugiarde da cogliere… alla fine di tutto, sceglierei di nuovo te, perché non esiste al mondo miglior pazzia di te! Non fuggo più, è una vita che lo faccio, fuggo da me, dagli altri: trascorro la vita, ma non la vivo, respiro aria, ma non ne ho sollievo. Tutto insulso, insignificante. Non chiedermi dove sono stato, non saprei cosa rispondere, l'ho già dimenticato. Comprendimi, tesoro!Forse è la pazzia che mi spinge continuamente a cercare, a desiderare l'impossibile e a non accorgermi del possibile. Ma è solo una romantica ipotesi, perché non sono un folle, sono una persona normale, con una serie infinità di normalità: lavoro, famiglia, amici… Tutto troppo normale, e lo sai bene quanto detesti la normalità. E la mia inquietudine deriva da questo, i miei conflitti non sono altro che disagi, disagi a credere in qualche ideale per lungo tempo. TU sai che è quello che mi spaventa: il TEMPO, che vorrei passasse in fretta, lasciando tracce in me, ricordi che non sono capace di trattenere a lungo. Ascolta tesoro, sai bene come sono fatto, tu mi capisci!Mi confronto sempre con chi mi sta attorno, con chi sembra aver accettato di buon grado la normalità, dalla quale io fuggo. Argomenti che non mi interessano, situazioni che non mi interessano, vite che non mi interessano. Io, come dire, mi sento parte della terra, proprio quella marrone che quando si bagna diventa fango, mi sento parte del fuoco, che solo a guardarlo mi si accendono gli occhi. Faccio parte dei boschi, del mare, delle colline, delle pianure, dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, delle cascate, dell’aria pura... Ed io che ci faccio in città, che ci faccio? Perché debbo stare con quelli che parlano solo di calcio, di politica, di lavori normali, di carriera, di soldi, di ferie, di amanti, di tradimenti. E poi ancora di calcio, di smog, di puzza, di aria sporca, di inquinamento, di petroliere che smerdano tutto ed ogni cosa...Ma ora ho deciso, tesoro…E non so per quale motivo proprio ora, proprio in questo momento, che cambierò tutto. Che la mia diversità non deve più essere un sogno, ma un modo di vivere vero, duraturo e definitivo. Con te, tesoro! Si, perchè questa, lo so bene, è la mia ultima chance. Adesso mi trovo su un crinale di montagna, a destra, il precipizio, a sinistra, un tenero prato verde. Prima o poi pioverà, si alzerà un vento forte, e sarà lui a decidere da che parte soffiare, sarà lui a decidere da che parte proiettare questo uomo normale. Che cerca di afferrarsi all'unica cosa vera, essenziale della mia vita: TU, tesoro... puoi decidere tu, come fossi quel vento, se tenermi al tuo fianco per sempre, o farmi cadere all'inferno! Non chiedo molto mi pare… sei la pioggia che cade pulita, sei il vento che soffia impetuoso.Decidi, ti supplico, sono nelle tue mani!Alzo gli occhi un momento, lo guardo di un dolcissimo sguardo, gli sorrido accennando a un pensiero sensuale e profondo, che intriga invitante… ho deciso, TESORO, l'inferno non aspetta che te… vai e restaci, stavolta e per sempre, te ne prego!