rapsody in blue

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Anche tu hai le tue colpe, non sei stato come avresti dovuto: non ho conosciuto le doti che in molti ti attribuiscono. Sai che è la verità;

non sono scappata, sono solo andata dove meno avrei sofferto, in un luogo in cui di  te non restasse neanche l'odore: non un alito di vento, nè una goccia di pioggia per ricordare: niente è stato casuale. Premeditato l'omicidio della mente: il cuore non ha sofferto, tutto è durato il minimo indispensabile.

Ho voluto scordare attimi che mi hanno reso felice,

paesaggi che mi si riflettevano negli occhi,

parole come balie,

canzoni e suoni come ninnananna,

lingue che sanno storie,

tutto quello per cui molti si sentono orgogliosi.

Ma io non sarò falsa e ti dirò che non ho dimenticato le liti, le lacrime e la voglia di essere altrove, le amare riflessioni su un destino che mi ha voluto nel posto e nell'epoca sbagliati.

E nonostante gli sforzi,

sento sempre che un granello di me piange la lontananza, piange il distacco,

una vita interrotta perchè un'altra nascesse.

Dentro, nel cuore del dentro, un luogo sacro, una cella dove riposa l'azzuro di questo mare,

il verde minacciosamente scuro di queste montagne,

 il profumo acre del muschio che stringevo tra le mie deboli mani di bambina.

I luoghi, non le persone. Inutili dettagli.

Ancora una volta andando via, porterò con me un odore, un cielo e mari e monti e saprò dentro me che non mi hai mai perdonata

con la determinata ostinazione di un figlio respinto, porto con me quel che ormai di casa ha solo il nome.