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Questo film è tratto dall'omonimo libro di Sandro Veronesi ( ed. Bompiano - 2005 ), che nel popolo di lettori della rete ha dato vita a giudizi discordanti ( si veda al riguardo www.bol.it ).
Io non l'ho letto quindi mi astengo da dare giudizi, anche perchè questo libro ha vinto il premio Strega; premio noto per la serietà e la preparazione della giuria.
Libro che così viene raccontato dal grande Tullio De Mauro "“La parola di Veronesi è tersa e sicura e coglie felicemente sensazioni sfuggenti e gesti fugaci. E coglie, mi pare, il correre inutile, vuoto, che ci affligge, l'homo currens, come dice Franco Cassano. Spero che il libro abbia l'ampio e felice riscontro che merita.” ( www.bol.it ).
Passando al film tratto dal libro, si possono fare le seguenti considerazioni:
- bella la tematica dell'elaborazione del lutto, peraltro trattata anche in un altro film in cui Moretti era, stavolta regista, "La stanza del figlio";
- Ottimi gli attori e la regia.
La nota negativa è la scena di sesso spinto tra Moretti e la Ferrari.
Non sono un moralista, ma questa scena, secondo il mio parere, non ha dato nulla al film, anzi ha tolto qualcosa.
Un'ultima considerazione va fatta su Moretti.
Nulla da dire come attore ne tanto meno come regista, ma io lo preferisco più quando è critico e dissacrante nei confronti della realtà politica e culturale italiana.
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