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Una Butterfly in jeans e maglietta di Hello Kitty


La telefonata di un amico mi ha ricordato che ieri sera alla Badia Grande, nalla sala dei palchi c'era la diretta dal Teatro Regio di Torino per la prima della Butterfly di Puccini. Uno spettacolo da non perdere, Adoro il melodramma italiano, nostra ultima "medaglia nazionale" ancora luccicante da appuntare al petto di una nazione in declino. La messa in scena è coraggiosa: quella di un ambiente contemporaneo, con Pinkerton in giacca e cravatta e Cio Cio san in jeans e maglietta con tanto di stampa Hello Kitty. Un' auto , non una nave per un panciuto tenore;un cubo di vetro è la casa della ragazza, e tutto intorno la vita quotidiana di un quartiere popolare giapponese, con i suoi personaggi. venditori, prostitute, protettori... Ma tutto questo "apparato" solo per pochi minuti cattura l'attenzione dello spettatore, per fare un pò storcere il muso a quanti apprezzerebbero una messa in scena più tradizionale. Appena la musica divina di Puccini comincia a diffondersi, la magia di sempre vince tutte le perplessità e le resistenze. Gli interpreti sono bravissimi e lo spettacolo, splendido e commovente. La modernità di Puccini non è suggellata dalla scenografia e dai costumi, bensì dalla sua musica e dall'intreccio dell'opera, che potrebbe essere una situazione reale di oggi, e non solo in Giappone: quello delle giovanissime donne vendute e schiavizzate per non sprofondare nella povertà e costrette anche a rinunciare all'unica loro consolazione: i figli.