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La Fiat da il ben servito agli italiani.


  La tanto amata industria automobilistica italiana, finalmente espatria in America.Marchionne, prototipo di amministratore delegato di grande spessore, con una base da commercialista, retta da un ‘idea filosofica nella gestione manageriale, è arrivato a fine corsa del suo programma di risanamento della Fiat. Vuole fondere l’azienda con la Crysler di cui possiede il 25% e non appena rimborserà il debito al governo americano, si assesterà al 51% di propriètà sul  totale.  Dopo l’out out ai sindacati, vedi Fiom e CGIL, di accogliere senza fiatare le modifiche contrattuali, oggi con questa manovra da il ben servito anche agli italiani. Tutti andavamo orgogliosi di possedere un’industria automobilistica che ci riempiva il petto rispetto alle altre nazioni, eppure a conti fatti compravamo le macchine Fiat più care che altrove. E non solo, più volte siamo stati chiamati a dare sostegni economici  e privilegi, quando ancora vivente la buon’anima dell’avvocato Agnelli, che ad ogni piè sospinto chiedeva al governo contributi economici, onde evitare licenziamenti, oppure decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Tutto ciò non è bastato a radicalizzare ancor più la Fiat in Italia, come hanno fatto,Tedeschi e Francesi con i loro marchi nazionali. Marchionne prende a pesci in faccia gli italiani, i Sindacati tutti, sia quelli favorevoli che quelli oppositori, e non ultimo il governo, il quale sembra abbastanza serafico sul fatto; e si esprime con: bè; forse; sarà così; ma non si sa; vedremo. A rafforzare questo comportamento, valgono le parole del capo del governo, che ebbe a dire, che se il sindacato si oppone ad un programma di rinnovamento di condizioni contrattuali e giusto che la Fiat investa altrove i SUOI! DENARI.diga                                                                                                                                                          diga