Creato da flaverd il 08/04/2010 |
ratòrysciacca
"L' Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell' anima: qui è la chiave di tutto". Goethe
Messaggi di Giugno 2014
Le transenne sono state tolte...le baracche resistono. Allo Stazzone,tuttavia, adesso,lo spazio fruibile ai pedoni è tantissimo e, al momento, pulito. Ma fino a quando?Lungo tutto il percorso pedonale mancano i cestini per raccogliere bottigliette, cicche di sigarette e spazzatura"minuta". Voci di corridoio parlano di arredi in arrivo...ma intanto si potrebbero mettere dei cestini provvisori. E' un vero peccato: tra qualche giorno e con la Festa di San Pietro in arrivo, l'invasione dei "visitatori" inevitabilmente porterà sporcizia dappertutto. Non si potrebbe prevenire? |
Premio Internazionale Letterario e Artistico Nat Scammacca I edizione - Sezione A
pane e panelle
tutte le mattine nel suo proscenio, crocevia corso Tukory - via del Vespro il caro vecchio Panellaro metteva in scena la propria arte e con voce
arriatata abbanniava: accattativi i panelle! roca gridava: compratevi le panelle!
il giovane mulo trainava a fatica quel carretto. allestito a chiosco: era un'esplosione di colori con le caratterizzazioni di gesta cavalleresche in stile e in onore agli storici carretti siciliani. addobbato a miglior festa coperto da bardature ornate con placche di cuoio e chiodi dorati, faceva ammirare sulla testa un gran pennacchio e, un secondo ancora più esuberante, a metà schiena, entrambi rigorosamente di colore giallo e rosso. a vederlo sulla strada sembrava un rebus che cammina * per l'elevato valore di elementi decorativi custoditi.
mi recavo dal panellaro ...e avevo fame. Fame di pane: vita e morte; cultura di albe e tramonti; donne che generano, uomini che ti amano e poi ti odiano donne che ti odiano e poi ti amano; viaggi intrapresi e sognati; libri letti e riletti, commentati e contestati, persi e ritrovati come gli amici con i quali ridi e piangi e scappi e ritorni e ripiangi.
...e avevo fame. Fame di panelle: sesso praticato e soprattutto parlato, decantato, amplificato, esagerato; musica in concerti di piazza e canti in cortili di chiese; primi giorni di scuola, ultimi giorni di scuola; file interminabili alle mense aziendali, universitarie, Caritas; materia data, non data, esami rinviarti, esami finiti? esami infiniti; scioperi fatti e subiti; liti e pianti e sorrisi e pace a ancora liti e ancora pace; teatro di ogni giorno tra applausi e fischi.
è passato il tempo che doveva passare e se penso a quel profumo di farina di ceci rivedo tutti quei finimenti colorati i volti che popolavano quelle strade e abitavano quelle ore trascorse, attraversate, rincorse e superate per conquistare l'essenza del mondo. eravamo tutti affamati di un qualcosa: affamati d'emozioni, d'incontri dolci e di dolcezze; affamati di sogni d'amore e mostri da fiaba; affamati di idee per riempire spazi; affamati d'acqua; affamati di sete.
così dopo anni girando, come un turista, tra la tomba di Stupor Mundi Piazza della Vergona e giù verso l'Orto Botanico l'angolo più meraviglioso di questa terra, ** per poi risalire da Ballarò, succede che mi ritrovo davanti al figlio del Panellaro col vecchio mulo al crocevia di via del Vespro anche lui, oggi, con voce
arriatata abbannia: pane e panelli ca fanno i figghi belli roca grida: pane e panelle che fanno i figli belli
e mi accorgo di essere sì, cresciuto, ma ancora affamato. affamato di pane e di panelle.
* così definì il carretto siciliano Guy de Maupassant nella primavera del 1885 **così definì l'Orto Botanico Goethe durante il suo soggiorno a Palermo nel 1787
Panelle : frittelle di farina di ceci. Abbanniari: gridare la merce che si vuole vendere. Annunciare un bando dal gotico 'bandwian', dare un segnale.
Con questa poesia il nostro concittadino Domenico Garaffa si è classificato terzo al Premio "Nat Scammacca" 2014. Nella foto: Salvatore Di Marca,Domenico Garaffa, la signora Scammacca, Antonietta Garaffa. Congratulazioni vivissime! |
Sono stati in tanti, quest'anno, quelli che hanno voluto festeggiare la festa dell'Ascensione(Sceusa da noi),ritornando alla tradizione dei pupi e del falò. Una tradizione scomparsa da molti anni e tornata nelle simpatie di tanti saccensi che amano la buona compagnia, i giochi e i riti di un tempo.I pupi (qui vediamo quelli,direi abbastanza graziosi(almeno lei) si sono prestati a tanti selfie con i partecipanti alla festa, per poi finire bruciati, come è loro destino. Il sacro e il pagano mescolati insieme, per una giornata all'insegna dell'allegria, per la gioia di adulti e bambini. Il potenziamento delle nostre buone tradizioni è una strada utile per la crescita della nostra collettività. Guai a dimenticarci delle nostre radici!
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Mia nipote Flavia sorride contenta mentre tiene stretto il suo aquilone, che vola alto, sospinto dal vento. Il nonno Angelo non si arrende all'idea che i bambini di oggi si piazzino davanti al pc o alla tv o al tablet per giocare. Lotta contro la tecnologia,facendo scoprire giochi antichi alle sue nipoti, giochi che coinvolgano la mente e il cuore, che si facciano all'aria aperta.Fin che si può... |
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PERCHè RATòRY?
Ratorio è un termine dialettale da noi italianizzato. Indica oggetti o persone che, per essere antiquati o inutili, vanno collocati in soffitta. Facendo la dovuta autoironia, abbiamo scelto di definirci così (la y finale dà tono al termine stesso). Non ci rassegniamo, tuttavia, a rimanere relegati in soffitta, anzi... Questo blog ci da la possibilità di far conoscere la nostra cittadina, Sciacca (Ag), i suoi artisti, i suoi monumenti, la gastronomia,le tradizioni popolari, i pregi e i difetti di una collettività che sta irrimediabilmente perdendo la sua identità.Al recupero di tale identità e al suo mantenimento mi auguro che collaborino tutti i miei amici ratory di Sciacca!
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