Il sogno di Icaro

Ci si nasce


  
 Sono le 16,20 e già il sole è sparito dietro il Monte Serra. Le luci esterne sono accese. Sull'aeroporto è il crepuscolo. Falco sta atterrando. Gli skydivers che ha seminato in cielo fanno a gara con lui a chi tocca per primo il suolo.Pilota inverte i giri dell'elica e Falco si sofferma in trecento metri. Di corsa ci avventiamo sulla pista, apriamo la porta scorrevole e saliamo rispettando l'ordine di uscita, mentre Falco ancora si muove a passo d’uomo. Nemmeno il tempo di fermarsi chè Pilota da’ manetta e rapido decolla.Siamo in otto, tra neofiti, esperti e videoman.  Falco è salito sopra il Monte Serra: abbiamo il sole in carlinga, ora, rosso infuocato. La striscia di luce riflessa sul mare farebbe la gioia di un fotografo. In tutta la piana di Lucca le luci sono già accese, là in basso è già sera, e le auto sciabolano coi loro fari le provinciali e l'autostrada. In inverno i motori a turbina di Falco rendono meglio, ed in venti minuti siamo alla quota di lancio.Ho dato un’ occhiata al termometro mentre passavamo per i 4500 metri e la temperatura era 18° sottozero.Gli allievi escono in sequenza, distanziandosi di 10 secondi l'uno dall'altro.Mi alzo dalla panchetta, faccio un passo e mi seggo nell'aria fredda  a braccia allargate.  Per i primi dieci secondi un po’ di controllo delle parti umane in movimento. Poi mi faccio un looping laterale a destra e vado a testa in giù. Allargo le gambe, prima lateralmente, poi una avanti ed una dietro, mentre con le braccia mantengo un assetto verticale. Prendo velocità e decido di mettermi in piedi. Altro looping a sinistra e mi stabilizzo in verticale a braccia aperte, come il Cristo del Pan di Zucchero di Rio. Giro il corpo verso la palla infuocata di rosso che appoggia sul mare. Tanto vale che me la goda, quindi mi rimetto seduto  dando una sbirciatina all'altimetro. Passo non molto lontano da un allievo a vela aperta, e intanto sono caduto improvvisamente nelle ombre della sera, sotto il Monte Serra.Il monte è alto 900 metri, è perciò facile stabilire che è il momento di aprire il paracadute. Vado nella posizione in box, freno il più possibile arcuando il corpo come se fossi steso bocconi su un pallone grande quanto il mondo  e scaglio l’hand-deploy lontano da me. Apriti sésamo, non facciamo scherzi. Districo i comandi e frullo a vela aperta.Il grande prato verde ed i novecento metri di asfalto che ti portano in tutto il mondo sono nascosti da una bruma vaporosa a fior di terra. Il suolo restituisce il calore che si è bevuto durante il giorno assolato.  Il vento restituisce alla terra gli uomini che sognano di volare.Ma quel sogno certi uomini non lo restituiscono a nessuno. Se lo portano sempre con sé. Ci si nasce, così.