Il sogno di Icaro

Il cieco


 
il cielo s'allontana nel giammai  il sole tortura gli occhiperchè i ricordi brucianoSeduti. Allacciare le cinture.Chiacchiericcio tecnico nella cabina di pilotaggio tra torre di controllo e Pilota.Il fragore dei motori cresce in cerca della massima potenza. Oggi Falco è un bestione grigio con quattro motori quattro. Col tempo l'udito si fa insensibile, senza accorgersene si finisce col godere di ipernutrizione emotiva, la pelle dell'anima si dilata con il rumore, i denti del cuore mordono il petto e strappano i peli mettendo in mostra una purezza, per quanto rara, una vulnerabilità, per quanto mascherata, una generosità dello spirito, per quanto venata d'una certa superbia prendendo per buona la teoria d'appartenenza ad una tribù speciale.Il vento tiene stretto Falco tra le braccia e lo porta su, veloce come una meteora.Tra i tecnici senza zaino del vento se n'aggira uno che tecnico non è e che conosco bene. Si sposta per la carlinga aggrappandosi ai montanti ed incespicando spesso. Dicono che ormai sia quasi cieco. Sale su Falco per prendere la sua dose extra. Soffre come un cane. Un lato della sua bocca ha una strana piega verso il basso che non mi ricordavo: lui era perfetto, maledetto lui. Pignolo fino all'esasperazione, competitivo all'eccesso. In volo per la quota di lancio fissava i componenti della squadra avversaria riversando su di loro quel che chiamava "fallibilismo dinamico". Credeva di possedere capacità straordinarie così efficaci da riuscire ad imbrigliare energie naturali misteriose e complesse come il volo altrui. Naturalmente se le cose andavano diversamente, e giravamo con pochi punti, la colpa era sempre degli altri e spesso mia.Abbandonò la squadra senza degnarsi di dirci almeno: siete delle papere.dritto sul bordo del vuotoè solo un passonella scia dell'aereoun secondo di strano silenziopoi l'urto con l'aria che scuote sbatte l'immenso portone nel cielouno scoppio di vento gelido sul visoe nel turbinio  ti ricordi di vivere