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Questo passo di Pablo Neruda mi è sempre piaciuto e penso sia significativo in questo contesto
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a
chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi
preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle
che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il
cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è
infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamentechi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della
pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di
iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre
che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del
semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
(P. Neruda)
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Inviato da: studente.romano
il 11/12/2006 alle 22:32