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Post N° 55

Post n°55 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da rebi105

Perché nella voglia del vuoto c’è tutta l’impossibilità di affrontarla perché l’impotenza e l’incapacità si traducono nel rifiuto. Ma il rifiuto è totale, anche d se stessi, perché la persona che c’è non è quella che si immaginava fosse. E le decisioni tutte sbagliate. Il tempo inganna il tempo scorre lento e poi troppo veloce per incastrare ciò che è smarrito e disorientato. Perché la vita che si trasforma in squallida esistenza trasmette una così grande confusione che il cervello si rifiuta di chiarire. O forse non è in grado di chiarire. Perché non collabora con l’essenza dell’anima e non sa quello che è giusto e anche le cose belle risultano lontane troppo lontane, e impossibili da raggiungere nella pigrizia dell’apatia più totale. Nel flusso ininterrotto di coscienza si cerca di chiarire soprattutto a se stessi qualcosa che non si riesce ad esprimere nelle parole visto che costa troppa fatica farle uscire di bocca. Il fiato si spezza, non si riesce a proferire suono senza l’affanno che sempre mi segue. E per la prima volta riesco a parlare in prima persona. Per la prima volta provo ad ammettere che quello che dico è a me che sta succedendo. Sono io la protagonista di questa storia che non ha capo né piede, e  non riesce a seguire un filo logico ma al contrario è fatta di pensieri momentanei e sconnessi che non hanno forse senso. Perché anche io sono così frammentata. Perché anche io sono così senza senso. Perché sono io la prima a non capirci più niente e mi sembro una psicopatica. Cos’è che le persone vedono di bello in me? A me sembra che tutto sia un immenso oceano di merda il mio. Perché cerco consolazione nelle parole altrui alle quali poi non credo? Non so più cosa fare. Non so più chi sono e non so cosa cazzo ci sto a fare qui. Io soffro. Ma c’è una motivazione a tutto questo? Deve esserci. Ma se c’è una motivazione allora devo avere ragione. Allora devo essere veramente una merda per tutto quello che sto pagando. Perché per me logorante è la situazione e logorante è vedere cosa cazzo sono diventata. Cioè.. non  è un essere ciò che sono. Non è umano ciò che sono. Non è normale desiderare di non esistere. Non è normale avere la convinzione che non esserci sia la cosa migliore per tutti e soprattutto per me stessa. Non è normale che piombi nell’oscurità dei miei pensieri che mai assumono sfumature negative o anche se lo fanno non rispecchiano ciò a cui veramente credo, ciò che veramente sono. Perché io non sono niente di positivo. E prima o poi se ne renderanno conto tutti. E quel giorno io però non lo reggerei. Non lo reggerei. Quindi non voglio arrivarci, ma è inevitabile. Quindi la soluzione? Non c’è la situazione. È questo il problema. Non c’è la soluzione nell’essere, solo nel non essere.

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